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Visualizzazione dei post da 2014

Cosa farai a Capodanno?

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E arriva, così.  Come sempre. Ogni anno. Con la sua fine e il suo inizio.  Ma, soprattutto, con le sue domande.  La prima fra tutte:  "Cosa farai a Capodanno?"  Iniziano a chiedertelo, prima ancora del cambio stagione. Prima ancora che tu abbia realizzato che sta per arrivare il gelo e l'inverno. Quando ancora sei indecisa su cosa indossare, la sera. Quando ancora non sai, se mettere il cappotto o solo il giubbotto di pelle.  Quando ancora non ci pensi proprio, ad un altro anno che sta voltando le sue ultime pagine, finendo di scrivere le sue ultime righe, su quelle pagine, che tu credi, sfogliarsi pian piano, lente. Invece, ad un tratto, si spalanca la finestra e arriva il vento, e violento le chiude ad una ad una in un solo colpo.  Ti chiedi, ancora, come sia possibile che tu sia arrivata al Natale, quando ancora pensavi alla fine di questa ultima estate, rivedevi le immagini di te tra la spiaggia e il mare, sentivi il suono delle

3 motivi per cui, spuntone o no, non cambia nulla.

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Ok, parliamone. Diamo un nome alla novità dello spuntone blu su whatsapp. -Bella minchiata! E adesso diamo un nome alla vostra reazione e indignazione pubblica. -Panico! E' la paura che ci ha colti all'improvviso, destabilizzando anni e anni di pippe mentali sui motivi occulti che impedivano alla vostra controparte telefonica di rispondere. Il panico che all' attesa interminabile dinnanzi la schermata di una conversazione senza risposta, segua la conferma del totale disinteresse e della completa indifferenza del vostro interlocutore.  Svelare che dietro il silenzio di una non risposta si cela la certezza di un rifiuto, smascherata da un segno blu, ha generato, nelle ultime 12 ore, ingenti quantitativi di ansia e attacchi di panico, a mio dire immotivati. Davvero, credevate, fosse necessario uno spuntone colorato a dare prova della visualizzazione disinteressata del vostro messaggio? Era proprio necessaria una conferma, che suonasse come una doccia fredda,

Vatti a fidare dei padri di famiglia!

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Stamattina mi sveglio e vengo investita in pieno da una notizia a dir poco sconvolgente. Ma cosa sta succedendo? Prima il reverendo Camden e adesso Cliff Robinson? I due pilastri amorevoli della mia infanzia e adolescenza, implicati in  torbide storie di pedofilia e stupri seriali? Loro, i protagonisti dei telefilm che più di tutti proponevano tra gli anni 80 e gli anni 90 l'immagine della famiglia felice con  genitori premurosi e perfetti e figli ubbidienti, in realtà sono un bluff? Insomma, siamo tutti cresciuti con l'immaginario ideale della famiglia perfetta, propinataci dalla tv, attraverso personaggi racchiusi in case accoglienti e calde, il cui divano era l'emblema degli affetti,   dove sprofondare tutti insieme a fine giornata. Io, per prima, sono cresciuta desiderando aprire la porta di casa e trovare il faccione buffo e affidabile di Bill Cosby ne "i Robinson", chiedendomi perché le discussioni a casa mia non finivano mai con un abbrac

Tutta colpa delle commedie americane!

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Ieri ho espresso un desiderio: vivere come in una commedia americana. Così avrei gradito svegliarmi, stamane, con almeno una colonna sonora che accompagnasse i momenti clou della mia giornata. In realtà la mia giornata è trascorsa senza un gran da fare e, visto che i postumi della febbre avuta in questi giorni mi hanno costretta su un letto, in stile moribonda, accompagnata solo dal mio gatto e da una scatola di cleanex, l'unica colonna sonora adattabile sarebbe stata quella de l'Esorcista. Ma va bene così. Devo convincermi che le commedie americane, soprattutto le commedie romantiche americane, non esistono! Non è possibile credere che nella realtà esistano storie di uomini e donne alle prese con incontri facili, sentimenti trasparenti, il superamento di barriere sociali, emotive, e temporali, il sesso senza inibizioni e, soprattutto, senza precauzioni (avete mai visto la scena di un amplesso interrompersi e il Lui di turno dire: "Cara un attimo che indosso u

Il cupcake sbagliato

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E' lunedì.  Un insolito lunedì.  Mi sono svegliata afona, senza motivi plausibili, senza bischerate di cui avere ricordi confusi e annebbiati, legati alla sera prima.  Sarà il cambio del tempo, l'arrivo dell'autunno. Eppure una zanzara tigre sopravvive ancora e ha appena ridotto il mio stinco ad uno zampone. Mia madre prepara la pasta al forno. Già questo basterebbe a far crescere in me il sospetto che qualcosa di strano nell'aria c'è. A ciò si aggiunge il fatto che il mio vicino di casa ascolta musica ad alto volume, alternando Caparezza a James Blunt.  E' uno strano lunedì.  Ho scoperto che i kinder sorpresa riproporranno le vecchie sorprese anni 90. Forse, anche nella fabbrica degli ovetti più famosi al mondo sono rimasti a corto di idee. Un po' come me, in questo strano, e ripeto, stranissimo lunedì. Ho immaginato un lungo post in cui vi avrei tediato sulle classiche storie di donne infelici e insoddisfatte, alle prese con uomini cog

10 modi per riconoscere l'uomo alpha e distinguerlo dall'uomo bestia.

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Sentiamo spesso parlare del cosiddetto maschio alpha. Lui è in cima agli altri del suo genere, contraddistinguendosi per capacità amatoriali, seduttive, con la sua intraprendenza, sicurezza e saper fare.  Come riconoscerlo in 10 punti:  1. E' sicuro di sè 2. Ama le donne  3. Ama amare le donne 4. Nell'approccio è diretto e deciso 5. Ama prendersi cura della sua donna ed è attento alle sue necessità 6. Difende la sua donna dagli attacchi degli altri uomini  7. In relazione si mostra sincero  8. Ha carisma 9. Ti fa perdere la testa 10. Si sta estinguendo  Si avete capito bene! Il caro maschio alpha lascia il primato ad un altro esemplare della specie, il cosiddetto maschio bestia.  E non fatevi ingannare, perché l'epiteto "bestia" non sta per bestiale, rude come una bestia, animale e via con la fantasia a sfondo sadico e selvaggio.  No! Bestia sta proprio per essere decerebrato, man

Back to school

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Oggi ho letto tanti status sull'inizio dell'anno scolastico. Lo avete etichettato come un periodo "meraviglioso".  Erano gli anni degli outfit senza logica, delle paturnie d'amore, delle insicurezze, delle interrogazioni, dei cambiamenti ormonali e della dipendenza dai genitori. Gli anni dei compiti, tutti i pomeriggi, delle telefonate interminabili con l'amica sul perché non mi aveva salutata, delle calie per saltare le ore di matematica, degli esami. Erano le medie, poi il liceo. Cambiavamo ad ogni autunno le nostre possibilità, le nostre previsioni per il futuro, i nostri sogni, sempre più ambiziosi e alle volte irreali e irrealizzabili. Erano gli anni in cui la domanda "Cosa sarà di me?" portava un brivido di eccitazione, misto a paura, ma pieno di speranza. Erano gli anni in cui quella domanda la dimenticavi alla prima festa di classe, quando il pensiero più pregnante era -cosa mi metto? o -cosa dico ai miei se lui mi chiede di us

Connessioni Wifii e recettori svogliati

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Che poi ci si ritrova, sempre ad un tavolo a parlare noi donne, sempre di uomini. Come l'altra sera. Quattro donne, quattro mojito e quattro storie, stesso punto di vista: gli uomini hanno perso l'iniziativa. Ci siamo chieste se la lunga evoluzione e l'emancipazione femminile sullo sfondo, abbiano influito su una delle caratteristiche principali del nostro caro maschio alfa, minacciando l'istinto predatore, la voglia di cacciare, che pare essersi persa, a favore di una pigrizia dilagante e diffusa a tutto il genere. Sembrerebbe che i livelli di testosterone si siano abbassati e che in questi uomini adesso abiti solamente un micino spaventato o un uomo svogliato.  Il grande slancio maschile si limiterebbe a lunghe e interminabili conversazioni su whatsapp, senza alcuna richiesta di incontro o scontro fisico a seguire, malgrado i nostri messaggi subliminali, le nostre tattiche da donne sicure e vincenti, i nostri defilè in grande stile. Niente da far

1 settembre

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Ecco.  Ci siamo.  Questa estate volge al termine.  Qui in Sicilia, un vento forte sembra volersi portar via gli ultimi strascichi, ma noi teniamo duro e, malgrado le previsioni di una perturbazione autunnale annunciata, le temperature si mantengono alte e stentano a farci realizzare che oggi, signori, è già il primo settembre.  Come dicevo, meteorologicamente parlando, non me ne sarei mai accorta, se non fosse che dalla mezzanotte del giorno in corso, i continui stati sui social sono urlanti di buoni propositi circa questo "nuovo anno" che verrà.  Mi pare di capire che l'ansia non vi ha abbandonati in queste vacanze e non vedevate l'ora di vomitarla su Facebook e company. Smaniosi, come siete, di riprendere le attività e di lamentarvi della cosa, mi avete messo una certa agitazione, che in gran segreto, in realtà, covavo, anche io, da tempo. Il fatto è che i nodi prima o poi vengono al pettine e, in questo caso, i veri stati d'animo che avete e ab

La storia di Adamo ed Eva

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  Ho ascoltato un intero cd dei Placebo. Ho saltellato tra questa pagina e uno zapping sfrenato sul web, rendendomi conto che ogni volta che voglio parlare di  " Loro" , la cosa più semplice sarebbe fare un salto nella lunga letteratura della mia vita, dove di situazioni a cui aggrapparmi ne trovo a centinaia e, infine, trarre spunto da ogni singola esperienza, per dire che uomo e donna mi hanno un po' stufato.  Mi ha stufato il loro cercarsi e allontanarsi in modo così complicato, così insistente, così aggressivo e allo stesso tempo appassionato. Uomo e donna. Un rapporto difficile e controverso che si perde all'inizio dei tempi. Vi ricordate come tutto ebbe inizio? Una mela cari signori. Il pomo rosso della discordia. Fu tutto un problema di comunicazione. Eva non aveva capito che quella mela ci sarebbe costata il paradiso terrestre e anni a seguire di "mala vita". Adamo non aveva capito che assecondare una donna la prima volta avrebbe d

Farm Cultural Park

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Ci sono posti che non ti immagini nemmeno.  Realtà che superano la fantasia più vivida.  Contesti che ti spiazzano perché sorprendenti. Questo è quello che mi è capitato di vivere in una 24 ore nell'entroterra più profondo della mia Sicilia. In un luogo in cui non ero mai stata ma che mi ha sorpreso ed emozionato come solo altri luoghi hanno fatto. E per raggiungere i quali, cari signori, ho dovuto prendere un aereo. A Favara, invece, ci sono arrivata in macchina, dopo 2 ore e mezza e diverse inversioni di tragitto, perché purtroppo i collegamenti interni nella mia bella regione lasciano a desiderare, ma questa è un'altra storia. Oggi voglio raccontarvene un'altra, quella di un viaggio sensoriale che ha visto coinvolti me e i miei 4 compagni in un'esperienza artistica a 360 gradi.  Favara si trova in provincia di Agrigento, sito della meravigliosa valle dei templi, dove le radici storiche e artistiche nascono e si mescolano con la contemporaneità di un

100 Happy Days!

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Sono trascorsi 100 giorni dall'inizio del mio progetto #100happydays, ricordate? Ve ne ho parlato  qui . Non è stato facile. Ammetto che ci sono stati giorni storti, giorni no, in cui trovare un attimo di felicità riusciva davvero complicato.  Ma è stata proprio questa la sfida, l'unico obiettivo degli ultimi 3 mesi: trovare malgrado tutto la felicità.  Riuscire a vederla, riconoscerla. L'iniziativa è un vero progetto di ricerca, di attenzione, di cura per se stessi.  Quante volte ci riesce difficile definire il concetto di felicità, viverlo davvero. Il motivo sta proprio nell'aspettativa che releghiamo ad esso, invece se ci fate caso è molto più semplice di quello che crediamo. Bisogna solo sintonizzarsi su ciò che ci circonda, sugli attimi che viviamo e goderne fino in fondo. Io l'ho fatto, fino all'ultimo giorno.  Ho pubblicato le mie foto su  instagram  aggiungendo gli hashtag #100happydays e #100happydaysmissloretta Ho sc

Maleficent

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Ci lamentiamo che le favole non esistono.  Che le storie raccontateci dalle pellicole cinematografiche siano mondi paralleli e inarrivabili, rispetto alla nostra realtà.  Che i sentimenti e la vita romanzata non ci aiutino a vivere meglio, facendoci, invece, sprofondare in un mare di inutili illusioni e seguenti stati depressivi. Vogliamo la verità. Nuda e cruda.  Vogliamo che l'amore e le relazioni non si nascondano più dietro ai mantelli dei principi e lieti fine irreali. Perché nella vita vera facciamo i conti tutti i giorni con amori crudeli, sentimenti cronometrati e nessuna magia. Ci hanno convinte a riporre la raccolta delle favole più belle in fondo ad un cassetto, ci hanno educate e messe in guardia rispetto alle commedie romantiche. Perché, il più delle volte, se ti trovi a fermarti per strada, sotto la pioggia, con una ruota a terra, la probabilità che venga in tuo soccorso l'uomo della tua vita è uguale a quella di sperare di metterti in forma ad un m

We Can Do It! (Sottotitolo: Ridatemi la gonna a ruota!)

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Lontana dal blog da un mese.  Lo so. Colpevole sono! Mi credete se vi dico che ultimamene avevo voglia di prendere un po' le distanze.  Da cosa? Anche da me. Per capire meglio, per riflettere con più lucidità, così da poter vedere meglio ciò che mi circonda e come io mi rapporti ad esso, per potervelo raccontare, su cui poter ironizzare, senza lasciarmi troppo trascinare da quel solito fiume in piena che sono i miei pensieri e le mie emozioni. Così ho riflettuto, ho ascoltato e osservato e oggi è arrivata l'illuminazione.  La svolta me l'ha data la festa organizzata dalla mia amica @wonderlover in occasione del suo compleanno e tema #rockabilly. E' bastato poco per tornare indietro a quelle atmosfere anni 50, (una bomboletta di lacca per tenere una messa in piega in perfetto stile pin up e una serie di passate di rossetto rosso, naturalmente matte!) Erano gli anni del dopoguerra, delle gonne a ruota, dell'eye-liner, della brillantina sui capelli,

Che fine hai fatto,TU?

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Esiste una domanda. Spesso banale, frequente, comune.  - Come stai? Poi, ne esiste un'altra. Più rara e difficile da formulare, non così scontata. - E tu? Ed è quella, che fa la differenza. Ascoltare gli altri è alla base della mia professione. E' la domanda "Come stai?" che apre il colloquio, che sottolinea la mia disponibilità e apertura al paziente, che mette quest'ultimo nella condizione di darmi la sua risposta e farmi, a sua volta, la sua domanda: chiedermi aiuto. Ma questa è un'altra domanda ed è diversa da quella che, invece, mi aspetterei nelle mie relazioni. Dai miei amici, ad esempio. Da qualche tempo, infatti, ho notato che il camice non riesci mai a togliertelo di dosso.  Fare la psicologa significa, spesso, non smettere mai di lavorare. Perché, o per predisposizione propria o per aspettativa altrui, continuerai ad essere considerata tale, a sentirti tale. Spiegare gli atteggiamenti, i comportamenti altrui è qualco