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Visualizzazione dei post da 2015

Divagazioni post estate

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L'estate, dopo averci soffocato abbastanza, tanto ce la siamo tirata e "sentita addosso", si prepara a tornarsene nella confort zone che ognuno riserva nella sua mente, lasciandoci tristi e ingrigiti fare spazio al trambusto, allo stress e agli sbalzi termici invernali. In questi mesi trascorsi sono successe diverse cose, più o meno interessanti, ma niente paragonabile alle rivoluzioni concettuali che si sono consumate negli ultimi giorni, riguardo alle dichiarazioni di una povera ragazza di 18 anni( nota bene) appena eletta Miss (nota benissimo) dal q.i. imbarazzante (nota, sottolinea ed evidenzia in giallo).  Insomma, me ne vado in vacanza e le donne mi cambiano, così, sotto il naso, senza avvisare. Dall'utopistica ambizione della pace nel mondo, si catapultano su una Delorean con la folle ambizione di viaggiare indietro nel tempo. Mi bastonerei sulle gengive per non averci pensato prima! Stupida donna che non sono altro!  L'avessero chiesto a me, d

I qua-qua-bla-bla-raquà

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Leonardo Sciacia, riferendosi all'intera umanità, distingueva tra ominicchi, mezzi uomini e quaquaraquá. Io restringerò il campo, ad un solo genere, al solito genere, quello maschile, per dirvi che se ci si fermasse ai mezz'uomini, che sono uomini non ancora consapevoli, quelli che, potrebbero essere uomini veri, solo se si impegnassero di più, saremmo a cavallo, e invece, si scende ancora più in basso. E più in basso ci sono i quaqua-bla-bla-raquà . Io li chiamo così, gli uomini pieni di sè. Quelli che vantano se stessi continuamente, che si riempiono di parole senza dar prova nei fatti. Sono quelli che "Ti prendo e ti porto via" e invece scopri essere solo " Ti prendo e ti lascio sulla via". Sono i vigliacchi, quelli che Mina canzonava attribuendogli solo "parole, parole, parole", perché ai fatti non reggono, ai fatti preferiscono le menzogne, i giri di parole e la loro vanità. Questi ominicchi ti portano a letto per poi esporti come un

Lo stai facendo nel modo sbagliato

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Dopo gli ultimi post di invettiva contro uomini pigri, svogliati, disinteressati, egocentrati, mi ero ben decisa a spezzare una lancia in loro favore, cercando di giustificarne l'evoluzione da cacciatore a preda di donne fin troppo procaci, aggressive, mentalmente mascoline e androgine. Insomma, volevo salvare quei quattro esemplari di uomini, ancora superstiti, a fronte di donne troppo disinvolte, ma, ancora una volta, voi uomini mi regalate del materiale che non posso non utilizzare per sottolineare, ancora una volta, che, spiacente per voi, non ci sapete fare. Oggi però non colpevolizzerò il vostro comportamento post coito, di quello credo di averne già spesso delineato il più sano egoismo, né tantomeno mi soffermerò sul vostro mancato spirito d'iniziativa, che ci ha condotte pian piano a prendere noi le redini del "discorso". Anche se su questo ultimo punto potrei dire che la zappa sui piedi ce la siamo tirata da sole, nel momento in cui ci siamo prese ta

Principi moderni

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  Vivian: -Tu dimmi, quando succede? -Quando? -A chi è andata bene? Kit: -Mmm... fammi pensare.. -A quella gran culo di Cenerentola! Chi non ricorda questo famoso scambio di battute tratto dal celeberrimo film Pretty Woman? Sarete d'accordo con Kit nel pensare che effettivamente Cenerentola abbia avuto un gran culo. Che alla fine lei abbia trovato il suo principe e che lui si sia fatto in 4 per lei. Beh. In realtà non è che sia andata proprio così. Vero è che il poveretto invaghitosi della bella Cenerella abbia deciso di cercarla in lungo e largo per il regno, ma è pur vero che non venendo meno a nessun altro maschio che si rispetti, non si sia nemmeno preso la briga di prendere lui scarpetta alla mano e confrontarsi con tutti i piedi del regno. Se vi ricordate bene, lui compare giusto alla fine, dentro la carrozza, quando tutta la fatica è stata fatta e il matrimonio celebrato. Ancora una volta è Cenerentola che se la deve vedere con le sue antagoniste racchie, con la sfig

La consapevolezza dell' essere single.

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  Diciamolo. Tornare single è un pò come tornare adolescenti. In meno che non si dica ti ritrovi a vivere l'altalena di emozioni bipolari che vivevi ai tempi del liceo. Ti svegli con il mondo in mano e ti butti sul letto, alla sera, con addosso la pesantezza dei sensi di colpa, delle sconfitte e dei fallimenti sentimentali delle ultime 24 ore. Essere single è bello, continui a ripetertelo e continuano a ripetertelo tutti, e tu te ne stai a poco a poco convincendo, prendendo le distanze da quella relazione conclusa, che adesso vedi con il giusto distacco, dando il corretto nome alle cose che ti hanno portata a questo punto. E' bella la sensazione di sentirsi di nuovo me, di non dover pensare in due, di trascorrere la giornata senza litigare per qualsiasi cosa. Mi piace non dover dare spiegazioni per una mia mancanza o un mio colpo di testa. Insomma la libertà è uno dei motivi per cui continuo a restare single. Ci sarebbero invece altri mille motivi per cui

Basta bastarsi

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Quante volte diciamo basta. Quante volte lo abbiamo detto. Diciamo basta a delle situazioni che non ci soddisfano. Diciamo basta alle persone che non ci rispettano. Diciamo basta alla pioggia, al caldo, al freddo. Diciamo basta ai vizi. Basta alle sigarette, all'alcool, ai pensieri ossessivi, a quelli disfunzionali. Diciamo basta ai genitori che ci vogliono ancora bambini. Diciamo basta a chi invece ci vuole troppo grandi. Diciamo basta al rumore sotto casa la notte, e non riusciamo a dormire. Diciamo basta continuamente. Ma Quante volte a quell'imperativo abbiamo risposto, veramente. Quando a tutti quei basta abbiamo davvero agito di conseguenza. Non facciamo altro che chiedere che qualcosa smetta di importunare la nostra quiete, i nostri progetti, che smetta di impedirci di vivere la felicità che ci spetta. Basta è una parola tanto facile da pronunciare ma non quanto farlo sul serio. Perché sbagliamo bersaglio a cui indirizzare il verbo. Puntare il dito all'esterno

Da oggi faccio a modo mio!

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Avete mai provato ad analizzare un vostro comportamento per rendervi conto, solo a posteriori, che la percezione che avevate dello stesso era completamente sbagliata? Avete mai provato a guardarvi dal di fuori, scoprendo che quello che stavate facendo era davvero l'opposto di ciò che credevate fosse giusto mettere in atto? La situazione si complica davvero se a fare luce sulla questione, a dar voce alle vostre contraddizioni, non siete voi, ma personaggi esterni a voi, quel prolungamento di voi, che, usualmente, chiamiamo amici. Ecco. Chiariamo un punto fondamentale: talvolta questi fatiscenti personaggi si rivelano essere frapposti tra voi e il vostro agire. Insomma, alle volte i nostri amici sembra che giochino a risiko con noi, lanciandoci come pedine impazzite alla conquista di territori che vorremmo conquistare da soli, senza mettere in atto strategie infinite. Loro vi consigliano, vi ammoniscono, vi trattengono e, poche volte, vi spronano a fare ciò che il vostro istin

Pretendiamo oggi il nostro pane quotidiano.

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Panificio. Ore 21.00. Arrivo trafelata, come sempre, alla fine di una lunghissima giornata. Sono in coda in attesa del mio turno.  Due anziani prima di me rivendicano animatamente e con pignoleria il diritto ad avere la pagnotta "perfetta, croccante, non troppo cotta e che non pesi più di 200gr". Così, mentre sono in attesa di chiedere, svogliata e stanca, i miei soliti 4 panini X, sfusi, mi soffermo a riflettere e giungo alla conclusione che nella vita esistono due tipologie di umani: i rompiballe ed i pazienti.   Insomma c'è chi non é nemmeno consapevole di quanto sia esigente, al limite della rottura di balle, tanto vuole e tanto esige di ottenere, allora mi sono chiesta perché c'è chi, come me, chiede ciò che vuole, cercando di fare il possibile per comprendere la stanchezza di chi sta dietro il bancone e non disturbare. C'è chi morde per avere e chi sorride accontentandosi. Naturalmente questo tipo di atteggiamento ce lo portiamo dietro in una mo

Io chi sono?

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-Io sono.  Usiamo il verbo essere tante di quelle volte, da non renderci conto del peso che ha il suo significato.  Affermiamo noi stessi.  Quotidianamente.  Diciamo di essere, e di esserci, inconsapevolmente. -Noi siamo. Ma chi siamo davvero? Piuttosto che affermare te stesso, ti sei mai posto la domanda? -Io chi sono? Io, ad esempio, sono quello che sono, ma non saprei dirti come sono.  Sono come mi vedi e sono quello che non vedi. Sono fragile e sono stata forte.  Sono intelligente e sono una stupida, quando non ho voglia di capire o di far capire, che in realtà ho capito benissimo.  Sono ansiosa e sono odiosa. Sono il teatro delle mie emozioni. Sono cinica, dispettosa e sospettosa. Sono una sognatrice a cui sconvolge la realtà, a tratti incomprensibile.  Mi destabilizza l'abitudine e mi fa paura il cambiamento.  Vivo di contraddizioni.  Amo ciò che vorrei e dovrei odiare e odio ciò che dovrei e vorrei amare.  Mi nutro di ideali, idealizzando quello che svaluterei all'istant

È come andare in bicicletta.

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" È come andare in bici ". Si dice così di una cosa talmente facile da risultare quasi automatica. Come tornare in pista dopo una lunga storia e lasciarsi andare. Non soltanto ai sentimenti. Quelli li metti da parte i primi momenti, non ci pensi. Come non pensi sia prioritario cambiare le marce durante la pedalata. Pensi solo che devi montare in sella e partire. Cercare almeno di ricordarti come si fa, a tenere l'equilibrio, a frenare senza cadere, a tenere la strada. E se andare in bici fosse tutt'altro che semplice? Ne ho avuto la prova. Ero lì poggiata sul sellino, in bilico sulle punte dei piedi (dovete sapere che quando si è alti meno di 160cm, si sta sulle punte, quasi sempre.) Dicevo, ero lì, che provavo a darmi lo slancio sul pedale per partire e sentivo solo qualcosa bloccarmi i muscoli delle gambe. Nel frattempo, la coordinazione motoria veniva meno e, insieme a lei , il coraggio di provare. Stavo lì, bloccata e rigida, a chiedermi cosa mi impedisse

6 gradi di separazione

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Siamo così, esseri in relazione. Si dice che esistano 6 gradi di separazione tra noi e gli altri. Questa ipotesi spiegherebbe il collegamento che esiste all'interno delle nostre conoscenze mediante non più di 5 intermediari. Se ci pensate bene sono talmente pochi che in un modo o nell'altro siamo tutti strettamente connessi e tutti potenzialmente conoscenti o probabili amici. Le nostre relazioni funzionerebbero con lo stesso meccanismo alla base del social più famoso di tutti i tempi. Ma se da Facebook puoi uscirne, se su Facebook puoi bloccare, rifiutare o occultare un'amicizia o una relazione, nella vita vera questo non ci è concesso. Nella vita vera incontri delle persone, che in un modo o nell'altro lasceranno dei segni. Non esiste tasto che ti permetta di eliminarle, perché i gradi di separazione sembrano stringersi tanto più tu desideri allontanartene. Mettere le distanze non è facile, perché non si tratta di logistica, la distanza dal cuore non la puoi accorci

San Valentino e le sue 50 sfumature.

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Amore Quanti significati si racchiudono in una parola così piccola. Prendiamo, ad esempio, la parola più lunga del vocabolario italiano: esofagodermatodigiunoplastica . Ben 29 caratteri per indicare un'operazione di ricostruzione plastica, che si esegue dopo l'asportazione dell'esofago e dello stomaco. Si fa prima a farla, che a pronunciarla. L'amore lo puoi pronunciare 100 volte di seguito e avrai nei fatti sempre lo stesso, complicatissimo, algoritmo, senza uscita, con falle, rimandi, invii, errori, che in confronto gli algoritmi che muovono facebook sono giochi da bambini. L'amore lo senti, lo fai, lo cerchi, lo insegui, lo maledici, ne hai bisogno.   Ma descriverlo? Provare semplicemente a darne una definizione, è impossibile. Perché l'amore ti sfugge, sfugge a qualsiasi dogma, enunciato, regola e certezza. Eppure tutti ne hanno conosciuto i sapori, gli odori, le voglie e le palpitazioni, almeno una volta nella vita. Il punto

Il Blue Monday e la questione del culo

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Oggi è lunedì, e scopro che non è un lunedì qualsiasi, infatti non solo oggi è il giorno più odiato della settimana, ma che proprio la giornata di oggi è stata considerata la più triste dell'anno. Oggi è il Blue Monday  e come se non bastasse, ho appena scoperto che una delle chiavi di ricerca che porta al mio blog è …rullo di tamburi e fragorose risate... "calze reggiculo". Eeeeeh? Per carità, mi rendo conto che la ricerca di un indumento miracoloso, che regga i postumi delle feste appena trascorse, sia necessario, ma perché questa ricerca vi riporti alle mie riflessioni ciniche, e a tratti arrabbiate, mi sfugge. Eppure, mentre ero lì che, avvilita dalla cosa, mi chiedevo se non fosse il caso di iniziare a cambiare l'argomento dei miei post, sostituendo alle mie personali tragedie relazionali, qualcosa che avesse a che fare con le vostre fervide fantasie, ho capito che, in fondo in fondo, il culo c'entra.  Non è per nulla fuori luogo, anzi. Dall