La storia di Adamo ed Eva

 

Ho ascoltato un intero cd dei Placebo. Ho saltellato tra questa pagina e uno zapping sfrenato sul web, rendendomi conto che ogni volta che voglio parlare di "Loro", la cosa più semplice sarebbe fare un salto nella lunga letteratura della mia vita, dove di situazioni a cui aggrapparmi ne trovo a centinaia e, infine, trarre spunto da ogni singola esperienza, per dire che uomo e donna mi hanno un po' stufato. 
Mi ha stufato il loro cercarsi e allontanarsi in modo così complicato, così insistente, così aggressivo e allo stesso tempo appassionato.
Uomo e donna. Un rapporto difficile e controverso che si perde all'inizio dei tempi.
Vi ricordate come tutto ebbe inizio?
Una mela cari signori. Il pomo rosso della discordia.
Fu tutto un problema di comunicazione.
Eva non aveva capito che quella mela ci sarebbe costata il paradiso terrestre e anni a seguire di "mala vita".
Adamo non aveva capito che assecondare una donna la prima volta avrebbe dato luogo ad una stirpe di uomini vendicativi.
Eva in realtà non è certo da biasimare. Fu spinta dalla curiosità, anche un po' dalla noia, perché Adamo non deve essere stato tanto intraprendente e coinvolgente, e lo sappiamo bene, che una donna frustrata e insoddisfatta ha voglia di cambiamento, diventando "portatrice sana di danni e sciagure". 
E così fu.
E Adamo?  Fu spinto semplicemente da Eva. Probabilmente stanco di tenere testa all'ennesimo capriccio della sua donna, si è semplicemente arreso. E questo ce la dice lunga sulle evoluzioni a seguire dei nostri esemplari maschili.
Quindi ai giorni nostri ci siamo arrivati con un susseguirsi di esperienze che hanno scritto la storia di una relazione uomo/donna, confusa, piena di tribolazioni, fraintendimenti, conti da saldare e guerriglie infinite.
La continua lotta alla supremazia tra i sessi continua ad essere l'obiettivo errato verso cui puntano entrambi, piuttosto che concentrarsi sullo stare insieme nel rispetto delle proprie diversità.
Il dare, l'avere e l'essere tra i due è scompensato dall'affermazione delle proprie identità, maschili e femminili, senza comunione di intenti, e l'incontro tra i due è scontro continuo, nella continua ricerca di un equilibrio irraggiungibile.
La storia ci insegna, che uomo e donna agiscono senza sincronia di intenti.
Non si capiscono, finendo per capitolare tragicamente verso destini opposti.


Un fatto evidente, ad esempio, è che una pensa e parla troppo, l'altro pensa e parla troppo poco.
A noi donne piace congetturare. Preferiamo scervellarci in lunghi ragionamenti fatti da "se, ma, forse". Il gioco del "se fosse..." soprattutto, è in cima ai nostri più grandi trastullamenti intellettivi. Adoriamo immaginarci con lui, fantasticare su quelle mosse che, nella realtà, stentiamo veder arrivare.
L'uomo, invece, gonfia il suo ego di paroloni e progetti che poi dimentica il giorno dopo sul letto.
E mentre lei su quel letto ancora intriso di passione, con occhi sognanti fa da regia alla loro storia d'amore, proiettandola su di un lui ideale e idealizzato, Lui è già passato dal bagno, dove ha lavato via, insieme ai denti, i ricordi di una fugace liaison.
A noi piace affidare il destino della nostra storia al "visualizzato ma non risponde" su whatsapp, al lungo silenzio post coito, agli occhi interrogativi davanti ai camerini di Zara.
Salvo poi sorvolare su altri silenzi, più importanti, più significativi, su comportamenti ambigui, su evidenti atteggiamenti controversi che ci tengono sul filo, che ci lasciano appese in attesa di risposte, peggio di un messaggio senza risposta.


Questa è la storia della mia vita: ho sempre atteso che fosse Lui a fare la prima mossa, a darmi un segno della sua presenza, mentre io in attesa tribolavo, immaginandomi una storia sceneggiata perfettamente solo nella mia mente. Nel tempo ho capito che, lasciare agli strategismi sentimentali il destino delle proprie storie, mette da parte i veri personaggi, i protagonisti. Così finisce che le loro sorti vengono gestite dai fili invisibili del non detto, del non fatto, e di tutte quelle paranoie mentali che ci facciamo senza dare libero sfogo al conoscersi, allo scambiarsi vicendevolmente le proprie persone, all'amore. Che non è un messaggio non corrisposto, una telefonata mancata, uno sguardo non ricambiato. L'amore lo trovi solo se ti dai, all'altro, completamente senza maschere sul cuore.


Ad oggi vedo uomo e donna cercarsi continuamente, parlare dell'uno e dell'altra, lamentarsi delle loro mancanze, di quello che vorrebbero, di come sarebbe se l'altro fosse diverso, salvo capire, dopo, che era stato esattamente come avrebbero voluto che fosse.


Si cercano, si vogliono, ma continuano a sfuggirsi, a respingersi, perché lo stare insieme, subito, il volersi perfetti all'istante e vita natural durante, ha bisogno di tempo, di pazienza, ma soprattutto di intesa; la stessa che mettiamo in quell'unico momento fugace di passione che culmina nel respiro affannato, intenso e travolgente, di un orgasmo. Quell'intesa che si perde, subito dopo.
Manca il dopo. 
Quello in cui trattenere il piacere dello stare insieme, consumato un attimo prima e continuare a ricordare il perché era così bello.










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