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Visualizzazione dei post da novembre, 2013

Fossi Figo..

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Avete presente la prima cotta adolescenziale? Quella per cui " Lui non mi ama! Che senso ha la vita?" Quella per cui "Sabato si va in disco e finalmente lo si vede. Oggi è lunedì, iniziamo a prepararci". Quella per cui se lui passa in motorino tu ti metti in posa e miri l'orizzonte, scia di nafta compresa, con sorriso ebete".  Quella per cui la gita scolastica è un pretesto per piantonarlo fino all'alba sperando si renda conto che esisti".  Quella per cui "Mi ha salutata, con il bacio in guancia, non lavo più la faccia".  Quella per cui " Facciamoci una storia" ( in gergo, limoniamo per un paio d'ore e poi ciao!) e tu pensi già all'abito da sposa. Quella per cui i pomeriggi, invece di studiare, parli al telefono con le amiche progettando vari ed eventuali metodi e strategie di attacco.  Ma, soprattutto è ..  quella per cui esiste solo lui e lui è un gran Figo !  Poi arriva l'età adu

Il Karma. Questo sconosciuto!

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Quante volte vi sarà capitato di trovarvi in una situazione tanto assurda da trarre l'unica conclusione probabile a giustificarne il suo accadere.  Io la chiamo karma.  Ripetiamo insieme, con calma:  K-A-R-M-A Tu? Cosa esser tu?  Avrebbe detto il brucaliffo, dopo aver aspirato dal suo narghilè, con serafica perplessità. Ma il karma non avrebbe risposto. Perché, con serafica stronzaggine, con la sola imposizione della sua mano invisibile avrebbe buttato giù il caro brucaliffo dal suo fungo. Allora ve lo dico io.  Il karma è... E' quello stronzo che viene a ricordarti quello che hai fatto servendoti il conto delle tue azioni. Spesso salatissimo! Praticamente, se non fosse che in realtà so per certo che si tratta di un'entità sovraordinata, potrei tranquillamente dire che il karma è tua, mia, nostra madre. E come una madre che si rispetti, ti insegue fin tanto che tu non ti accorga di avere in qualche modo meritato quello che ti è capitato. Perché il karm

Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

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A te che non riesco ad odiare, per quella mano piena di rabbia e violenza e mai di una carezza.  A te che alzi la tua voce grossa piena di disprezzo.  A te che non mi guardi in viso, mentre lasci che le parole mi feriscano come lame. A te che, invece, con quelle lame tagli via da me ogni speranza, ogni possibilità, ogni futuro. A te che mi torturi, mi violenti, mi rendi creta nelle tue mani forti, e mi stringi senza passione, solo con orrore fino a prenderti tutto, anche l'ultimo respiro. A te che credi di essere invincibile, che ti credi forte e mi rendi niente. A te che dai per scontata la mia devozione, il mio amore e il mio silenzio. A te che mi maltratti e lo fai con convinzione, per predisposizione, per ignorante ostinazione. A te cui malgrado tutto non so rinunciare. A te che ridi di me. A te che mi reputi tua. A te che mi massacri per gioco. A te che non sai che la violenza non è un gioco. A te che credi di amarmi. A te che non sai amarmi. A

Lui, Lei, l'altro.

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Lei, Lui, l'altro. Ovvero quel terzo elemento che filtrando le interazioni tra i due protagonisti, diventa il protagonista assoluto, nel lento passaggio dal primo approccio, fino alla conoscenza più approfondita. Il telefono. Succede che, tra uomo e donna, dopo il primo approccio, si interponga una lunga fase di attesa e silenzio che vede il telefono detentore assoluto delle sorti di entrambi. Nel silenzio che avvolge i due sciagurati, il telefono fa da tappo alla scarica delle loro pulsioni, tenendole in ostaggio fino a nuovo ordine. Capita, infatti che dopo esservi presentati, dopo aver scambiato le prime battute, aver scoperto un certo interesse reciproco, aver scambiato i rispettivi profili facebook e il numero di telefono, dopo un primo appuntamento, sopraggiunga quella fase in cui da una parte e dall'altra scatta un misterioso silenzio stampa o, come la chiamo io, la trance ipnotica . La trance ipnotica è quella  speciale condizione sia psicologica sia neuro-

L'evoluzione del maschio nell'era post moderna: dal Bastard Inside a Bugs Bunny.

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Dopo aver letto  questo , e aver spuntato con cura ogni segno riportato nell'articolo a favore della tesi dell'autore, posso dire seriamente di essere una "psicopatica" al 98%. Quel 2% di sanità mentale me lo conferisce il fatto di possedere non più di un gatto, anche se il deterrente a possederne più di uno è mia madre, quindi in potenza sono psicopatica al 100%.  Ho trovato l'articolo molto divertente, e il fatto che a scriverlo sia un uomo lo rende interessante, perché a noi donne, anche se il più delle volte facciamo finta non sia così, interessa sempre il parere dei nostri amati uomini.  L'evoluzione della specie maschile, però ultimamente sta prendendo una piega discendente e il nostro caro ominide sta sempre più acquisendo fattezza diverse, diventando sempre più simile a  Bugs Bunny . Si avete capito bene, il famoso coniglio dei Looney Tunes, che dalla fonte  wikipedia , sembra essere l'equivalente moderno della figura del  Trickster  o  in

La matematica delle relazioni.

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Io, che credevo fosse la matematica la cosa più difficile da comprendere a questo mondo, non avevo considerato di certo le relazioni umane. Eppure anche qui si parla di rapporti, di addendi, sottrazioni, parentesi e teoremi. Adesso che ho 30 anni suonati posso dirlo: le relazioni sono peggio della matematica e, adesso, sto qui a scervellarmi per risolvere un problema che sembra non avere soluzione. Il fatto è che, per capirle, non ti basta andare a scuola, prendere ripetizioni o usare una calcolatrice. Nelle relazioni devi vivere in prima persona i problemi, la relatività, i segni negativi e nel comune denominatore di due esseri, che provano a stare insieme, devi riuscire a calcolare le probabilità e l'algoritmo della loro storia, per capire se alla fine giungerà ad una fine o procederà ciclicamente, rinnovandosi. Uomo e donna sono come numeri, la cui combinazione di operazioni non sempre dà segno positivo. A volte è negativa, a volte si arrotonda per difetto, a

Un sabato mattina

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Stamattina mi son svegliata infastidita, come al solito, dai rumori sottostanti di una famiglia che, dopo 30 anni di convivenza, non ha ancora afferrato il concetto del " è sabato mattina e si dorme ".  Dalla telefonata insistente del parente/amico/rompiballe del sabato mattina che non ha chiaro il concetto di cui sopra, aggiunto ad un altro, ben più importante: " non insisto con trecentordici squilli, se non rispondono un motivo ci sarà, per esempio è sabato mattina ".  E poi, il fastidio più grande arriva da quella sensazione remota, che ti solletica pian piano, mentre sei ancora ad occhi chiusi, fino a farsi più insistente, come un graffio: è sabato ma devi svegliarti e studiare ! Cosa?? ancora? Si! Purtroppo! Alla fine ti trascini verso la fonte del S anto Gral chiamata caffettiera e dopo il primo caffè decidi che, tutto sommato, è sabato, perciò con calma riordini i pensieri e cerchi di non mandare a puttane anche l'idea che in fondo, malgrado tut