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Visualizzazione dei post da giugno, 2015

I qua-qua-bla-bla-raquà

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Leonardo Sciacia, riferendosi all'intera umanità, distingueva tra ominicchi, mezzi uomini e quaquaraquá. Io restringerò il campo, ad un solo genere, al solito genere, quello maschile, per dirvi che se ci si fermasse ai mezz'uomini, che sono uomini non ancora consapevoli, quelli che, potrebbero essere uomini veri, solo se si impegnassero di più, saremmo a cavallo, e invece, si scende ancora più in basso. E più in basso ci sono i quaqua-bla-bla-raquà . Io li chiamo così, gli uomini pieni di sè. Quelli che vantano se stessi continuamente, che si riempiono di parole senza dar prova nei fatti. Sono quelli che "Ti prendo e ti porto via" e invece scopri essere solo " Ti prendo e ti lascio sulla via". Sono i vigliacchi, quelli che Mina canzonava attribuendogli solo "parole, parole, parole", perché ai fatti non reggono, ai fatti preferiscono le menzogne, i giri di parole e la loro vanità. Questi ominicchi ti portano a letto per poi esporti come un

Lo stai facendo nel modo sbagliato

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Dopo gli ultimi post di invettiva contro uomini pigri, svogliati, disinteressati, egocentrati, mi ero ben decisa a spezzare una lancia in loro favore, cercando di giustificarne l'evoluzione da cacciatore a preda di donne fin troppo procaci, aggressive, mentalmente mascoline e androgine. Insomma, volevo salvare quei quattro esemplari di uomini, ancora superstiti, a fronte di donne troppo disinvolte, ma, ancora una volta, voi uomini mi regalate del materiale che non posso non utilizzare per sottolineare, ancora una volta, che, spiacente per voi, non ci sapete fare. Oggi però non colpevolizzerò il vostro comportamento post coito, di quello credo di averne già spesso delineato il più sano egoismo, né tantomeno mi soffermerò sul vostro mancato spirito d'iniziativa, che ci ha condotte pian piano a prendere noi le redini del "discorso". Anche se su questo ultimo punto potrei dire che la zappa sui piedi ce la siamo tirata da sole, nel momento in cui ci siamo prese ta

Principi moderni

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  Vivian: -Tu dimmi, quando succede? -Quando? -A chi è andata bene? Kit: -Mmm... fammi pensare.. -A quella gran culo di Cenerentola! Chi non ricorda questo famoso scambio di battute tratto dal celeberrimo film Pretty Woman? Sarete d'accordo con Kit nel pensare che effettivamente Cenerentola abbia avuto un gran culo. Che alla fine lei abbia trovato il suo principe e che lui si sia fatto in 4 per lei. Beh. In realtà non è che sia andata proprio così. Vero è che il poveretto invaghitosi della bella Cenerella abbia deciso di cercarla in lungo e largo per il regno, ma è pur vero che non venendo meno a nessun altro maschio che si rispetti, non si sia nemmeno preso la briga di prendere lui scarpetta alla mano e confrontarsi con tutti i piedi del regno. Se vi ricordate bene, lui compare giusto alla fine, dentro la carrozza, quando tutta la fatica è stata fatta e il matrimonio celebrato. Ancora una volta è Cenerentola che se la deve vedere con le sue antagoniste racchie, con la sfig

La consapevolezza dell' essere single.

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  Diciamolo. Tornare single è un pò come tornare adolescenti. In meno che non si dica ti ritrovi a vivere l'altalena di emozioni bipolari che vivevi ai tempi del liceo. Ti svegli con il mondo in mano e ti butti sul letto, alla sera, con addosso la pesantezza dei sensi di colpa, delle sconfitte e dei fallimenti sentimentali delle ultime 24 ore. Essere single è bello, continui a ripetertelo e continuano a ripetertelo tutti, e tu te ne stai a poco a poco convincendo, prendendo le distanze da quella relazione conclusa, che adesso vedi con il giusto distacco, dando il corretto nome alle cose che ti hanno portata a questo punto. E' bella la sensazione di sentirsi di nuovo me, di non dover pensare in due, di trascorrere la giornata senza litigare per qualsiasi cosa. Mi piace non dover dare spiegazioni per una mia mancanza o un mio colpo di testa. Insomma la libertà è uno dei motivi per cui continuo a restare single. Ci sarebbero invece altri mille motivi per cui

Basta bastarsi

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Quante volte diciamo basta. Quante volte lo abbiamo detto. Diciamo basta a delle situazioni che non ci soddisfano. Diciamo basta alle persone che non ci rispettano. Diciamo basta alla pioggia, al caldo, al freddo. Diciamo basta ai vizi. Basta alle sigarette, all'alcool, ai pensieri ossessivi, a quelli disfunzionali. Diciamo basta ai genitori che ci vogliono ancora bambini. Diciamo basta a chi invece ci vuole troppo grandi. Diciamo basta al rumore sotto casa la notte, e non riusciamo a dormire. Diciamo basta continuamente. Ma Quante volte a quell'imperativo abbiamo risposto, veramente. Quando a tutti quei basta abbiamo davvero agito di conseguenza. Non facciamo altro che chiedere che qualcosa smetta di importunare la nostra quiete, i nostri progetti, che smetta di impedirci di vivere la felicità che ci spetta. Basta è una parola tanto facile da pronunciare ma non quanto farlo sul serio. Perché sbagliamo bersaglio a cui indirizzare il verbo. Puntare il dito all'esterno