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Visualizzazione dei post da 2018

Un Natale imperfetto!

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Lorena lo senti? Senti che silenzio? Sono andati via tutti! Oggi nulla da festeggiare. Hai pulito casa e puoi goderti un bel bicchiere di vino sola sul divano. O mio Dio! Ma sentitemi! Sembro una vecchia pazza! Sembro la signora del piano di sotto che mi denuncia ogni giorno perchè respiro, perchè le turbo la quiete con la lavatrice, con i tacchi, con il rumore dell'esserci. Beh. Si è vero! Spesso sono intollerante e ancor di più lo sono nei giorni di festa, che metà sono passati, e terremoto a parte ne usciamo quasi incolumi. Si, questo Natale è stato un po' movimentato. Lo ricorderò, questo è sicuro.  Amore e odio. Come per molte cose. Ma irrinunciabile! E pensare che c'è chi lo odia davvero. Chi davvero trova scomodo e inutile lo scambio dei regali, le riunioni familiari e tutto il resto.  Come dite? Ah si, sarei io quella. Beh, si, anche.  Voglio dire, spesso cambiamo idea e spesso alcune idee si fanno più chiare, con la luce giusta, e capiamo di

Babbo Natale non esiste?

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Caro Babbo Natale,  ho 35 anni suonati, eppure ho deciso di scriverti ancora.  Un parroco qualche giorno fa ha detto ad una platea di bambini, durante la messa, che Te non esisti, provocando un rumorosissimo e tristissimo pianto. Ma davvero è così importante sapere se esisti davvero? Crediamo ad un sacco di cose senza averle mai viste davvero!  D'altro canto cose ovvie e provate destano ancora sospetti. Ne sanno qualcosa i terrapiattisti che dubitano dell'esistenza dell'Australia! E i koala? Nemmeno loro esistono allora? Io, davvero, resto basita di fronte al bisogno di voler necessariamente confutare ogni cosa. La felicità, ad esempio, chi l'ha sperimentata sa che esiste, e chi non lo ha fatto?  Il punto è che credo serva, sia necessario, credere a qualcosa a prescindere se ne possa affermare con esattezza l'esistenza. Credere è l'unico motore in grado di dare speranza.  A proposito di quest'ultima: nessuno l'ha mai vista, toc

Vorrei ma non posso!

No! E' la prima parola che apprendiamo, dopo mamma e papà. Serve ad affermare noi stessi, perché, attraverso il No,  definiamo esattamente ciò che vogliamo, chiarendo agli altri i nostri desideri e bisogni. Per un bambino imparare a dire no e a tollerare il no di un genitore diventa importantissimo per la propria identità. All'inizio è un no categorico rivolto a tutto e a tutti, poi, pian piano, crescendo, cominciamo a selezionare i momenti, i luoghi e le persone cui dire no. E quel no comincia a riflettere maggiormente chi stiamo diventando e chi siamo diventati. Insomma, il no è come dire: "Eccomi, ci sono anche io". Perché dire si, accondiscendere, è troppo semplice al fine di farsi accettare, stimare, voler bene. Non a caso l'opposizione, tipica del ribelle, è sinonimo di grande e forte personalità. Nella mia personale esperienza ho incassato tanti di quei no da poterci erigere muraglie, mentre dall'altra parte continuavo a dire si. I miei

NON VOGLIO +

Mi sono domandata spesso cosa volessi.  Nella vita e nelle relazioni. Volevo un amore.  Lo volevo travolgente, di quelli che vedi spesso solo nei film. Dove ci si allontana e poi ci si ritrova. Dove si lotta insieme per viversi, contro tutto e tutti. Dove lui è il principe azzurro figo che ti fa penare un po' e poi si innamora, scoprendo di volerti, a tutti i costi. Senza se e senza ma. Mi sono fatta tante volte la domanda : "Lorena cosa vuoi? " Puntualmente scartavo tutto il resto, senza sapere davvero cosa fosse tutto il resto, perché miravo solo a ciò che vedevo ovvero ciò che volevo. Poi un bel giorno mi sono resa conto che, a furia di puntare al positivo, mi perdevo tanto più spesso nel negativo. Troppo spesso guardavo più ai pregi ideali che ai difetti reali.  E mi sono accorta che rispondere alla domanda "Cosa vogliamo?" è più semplice che chiedersi cosa non vogliamo. Se ci pensate bene noterete la difficoltà. Provateci. Io l&#

Io valgo

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Oggi, buona, equa e solidale come legambiente, vorrei salvaguardare il caro cromosoma xy e assolverlo da (quasi) tutte le colpe. Negli ultimi tempi l'ho un po' massacrato. E se per molti versi di motivi ne ho ben donde, dall'altro sono piena come una zampogna di certi atteggiamenti della controparte femminile, che non agevolano l'incontro di cotante diversità insite in Marte e Venere.  Ma prima vi racconterò una storia. Un tempo una giovane e sprovveduta Lorena si rapportava al mondo maschile con l'impaccio e la goffaggine di un elefante all'interno di una cristalleria. La mia insicurezza mi portava spesso a gestire situazioni come un ansioso deprivato dal suo xanax. la paura dell'abbandono caratterizzava ogni nuovo approccio, così, tra pianti ed ansie continue, mi perdevo il bello e divertente di ogni esperienza. Questo per dirvi che, se sto qui, oggi, un po' a bacchettarvi è perché ci sono passata, ho appreso e, adesso che ho capito, facc

La Bipolarità del cromosoma XY

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Mentre sto qui, che dal balcone di casa ascolto un gatto isterico che strilla, mi viene in mente che l'isterismo generale che abita in ogni donna, come in quel quadrupede nasce quasi sicuramente dal dilagante bipolarismo di certi ominidi maschi.  Ve lo avevo detto che la breve parentesi di romanticismo vissuta qualche tempo fa, una volta interrottasi, mi avrebbe resa peggio di prima. Io ci speravo in una resa, una pace duratura, un'alleanza con voi, produttori di spermatozoi vincenti, e invece, per colpa di uno di voi, o per colpa di innumerevoli di voi,  sto qui a battere sulla tastiera del mio pc tutta la mia incredulità e compassione per i vostri approcci maldestri. Giusto due giorni fa cercavo di far capire ad uno di voi, che se ci provi con me e io ti offro il benestare alla conoscenza della mia preziosissima persona, tu, poi, non puoi chiedere che io ti presenti tutte le mie amiche, sorella compresa, perché se volevo un poligamo, con cui condividere un harem, me lo scegli

La Declinazione Magnetica

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Vi avevo detto sarei tornata.  Sembrava una promessa e invece si è rivelata una premonizione. Era il 1 marzo e mi era tornata la voglia di scrivere per voi, di me, come sempre.  Mi ero detta sarei tornata a raccontarvi di una me meno disillusa e più romantica, perché innamorata.  Ma poco dopo la vita mi ha dato uno schiaffo e mi ha risvegliato da quel sogno fatto di cuori e illusioni. Così ho dovuto metabolizzare il lutto, elaborarlo ed eccomi qui a parlarvi ancora dei graffi che ti ritrovi sul cuore, dopo l'ennesima delusione. Allert! Rileggo. Mi ri-leggo. E immagino voi che leggendomi fin qui avrete avuto voglia di: a) smettere di leggere e passare ad un blog di cucina, beauty, spensieratezza varia e annessa. b) mettermi una mano virtuale sulla spalla e compatirmi come si fa tra amiche, salvo poi passare comunque al punto a. Quindi ripartiamo sinteticamente e con più brio: ciao raga! Mi sono lasciata. Ho pianto. Piango ancora, ogni tanto. Sono a

Sono Tornata!

Non mi scuserò per questo anno sabbatico in cui mi sono persa chissa dove.  Non ho avuto voglia di scrivere e le uniche scuse dovrei farle a me stessa. Dovrei scusarmi per aver messo da parte i miei pensieri, per averli censurati, per aver preferito ingoiarli. Ma scrivere è un percorso a volte arduo da intraprendere, quando si parla di scrivere di sè, non certo della lista della spesa o delle cose da fare, che poi io non le scrivo mai, motivo per cui dimentico sempre tutto. Ma come sempre questa è un altra storia. Tornando a noi, s,i mi siete mancati, mi è mancato questo spazio e mi è mancato scrivere.  Perciò mi metto subito all'opera che ho da recuperare parecchio tempo e parecchie storie da raccontarvi. Voi restate connessi.