Back to school
Oggi ho letto tanti status sull'inizio dell'anno scolastico. Lo avete etichettato come un periodo "meraviglioso".
Erano gli anni degli outfit senza logica, delle paturnie d'amore, delle insicurezze, delle interrogazioni, dei cambiamenti ormonali e della dipendenza dai genitori. Gli anni dei compiti, tutti i pomeriggi, delle telefonate interminabili con l'amica sul perché non mi aveva salutata, delle calie per saltare le ore di matematica, degli esami. Erano le medie, poi il liceo. Cambiavamo ad ogni autunno le nostre possibilità, le nostre previsioni per il futuro, i nostri sogni, sempre più ambiziosi e alle volte irreali e irrealizzabili. Erano gli anni in cui la domanda "Cosa sarà di me?" portava un brivido di eccitazione, misto a paura, ma pieno di speranza. Erano gli anni in cui quella domanda la dimenticavi alla prima festa di classe, quando il pensiero più pregnante era -cosa mi metto? o -cosa dico ai miei se lui mi chiede di uscire?
Erano gli anni più belli. Lo diciamo tutti. Di bello in realtà non c'era molto, perché le lacrime più sincere le ricordo ancora legate a quel periodo, ma c'era la speranza, di cambiare, la possibilità di farlo e di crescere, ancora. Adesso sono cresciuta e anche se i brufoli sono diminuiti, le insicurezze su me stessa hanno lasciato il posto ad alcune certezze, io non so ancora che ne sarà di me. Il futuro è diventato presente e porta ancora la paura, più ferma, più concreta, è la paura di non essere all'altezza. Al liceo pensavo di non esserlo per gli altri. Adesso non so se riuscirò ad esserlo per me stessa. Perciò a chi dice che quelli erano gli anni più belli dico, si è vero! Di bello c'era la sorpresa di scoprire cosa saremmo diventati, chi saremmo diventati. E a chi li vive adesso e non ci crede ancora, dico, fermatevi un attimo a pensare che avere mille possibilità e non sapere a quale aggrapparsi, perché la scelta di saltare su una o l'altra è ugualmente eccitante, è la cosa più bella di questa grande giostra che è la vita.
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