Io chi sono?
-Io sono.
Usiamo il verbo essere tante di quelle volte, da non renderci conto del peso che ha il suo significato.
Affermiamo noi stessi.
Quotidianamente.
Diciamo di essere, e di esserci, inconsapevolmente.
-Noi siamo.
Ma chi siamo davvero?
Piuttosto che affermare te stesso, ti sei mai posto la domanda?
-Io chi sono?
Io, ad esempio, sono quello che sono, ma non saprei dirti come sono.
Sono come mi vedi e sono quello che non vedi.
Sono fragile e sono stata forte.
Sono intelligente e sono una stupida, quando non ho voglia di capire o di far capire, che in realtà ho capito benissimo.
Sono ansiosa e sono odiosa.
Sono il teatro delle mie emozioni.
Sono cinica, dispettosa e sospettosa.
Sono una sognatrice a cui sconvolge la realtà, a tratti incomprensibile.
Mi destabilizza l'abitudine e mi fa paura il cambiamento.
Vivo di contraddizioni.
Amo ciò che vorrei e dovrei odiare e odio ciò che dovrei e vorrei amare.
Mi nutro di ideali, idealizzando quello che svaluterei all'istante, se solo non fossi io.
-Come sono io?
Io sono quello che sono.
Sono come il mare, che calmo mostra il suo profilo migliore, quando la trasparenza del fondale rende il tutto un brillio accecante e meraviglioso.
E sono come il mare, quando si agita e i colori diventano pieni di saturazione, il fondale scompare e resta la schiuma e il movimento, violento, impenetrabile, indomabile. Dove si perde lo sguardo. Perchè ipnotico è il suo tirare indietro e trascinare avanti.
-Sono così.
Avanti e indietro, sull'onda delle mie sensazioni, delle mie emozioni.
Ti dono i miei sorrisi migliori, o quanto meno mi travesto di quelli.
Ti nascondo le lacrime, che riservo a me stessa, a quella parte peggiore, che torna con me a casa tutte le sere.
Sono quello che sono.
Mi Vedo e mi frantumo, come un'onda, davanti a ciò che tu guardi e non vedi di me.
Perché sono quello che sono, ma non quello che tu guardi e non vedi in me.
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