Da oggi faccio a modo mio!
Avete mai provato ad analizzare un vostro comportamento per rendervi conto, solo a posteriori, che la percezione che avevate dello stesso era completamente sbagliata?
Avete mai provato a guardarvi dal di fuori, scoprendo che quello che stavate facendo era davvero l'opposto di ciò che credevate fosse giusto mettere in atto?
La situazione si complica davvero se a fare luce sulla questione, a dar voce alle vostre contraddizioni, non siete voi, ma personaggi esterni a voi, quel prolungamento di voi, che, usualmente, chiamiamo amici.
Ecco.
Chiariamo un punto fondamentale: talvolta questi fatiscenti personaggi si rivelano essere frapposti tra voi e il vostro agire. Insomma, alle volte i nostri amici sembra che giochino a risiko con noi, lanciandoci come pedine impazzite alla conquista di territori che vorremmo conquistare da soli, senza mettere in atto strategie infinite.
Loro vi consigliano, vi ammoniscono, vi trattengono e, poche volte, vi spronano a fare ciò che il vostro istinto urla da tempo. Spesso ascoltarli e un bene, ma il più delle volte non farlo è meglio, soprattutto quando quello che vi suggeriscono di fare, o non fare, crea la confusione e l'immobilità che vi porta a non fare assolutamente nulla.
Nel dubbio, si dice, meglio non agire. Ma quante volte non agiamo solo per paura?
Quante volte restiamo sospesi e immobili davanti a ciò che vorremmo, finendo per scegliere ciò che sarebbe solo più consono volere.
Desideriamo e finiamo per assecondare tutto, fuorché i nostri desideri, perché niente ci fa più paura che la loro realizzazione ed il loro esaurimento.
I nostri cari amici, spesso, ci complicano le cose, facendosi ambasciatori del nostro meglio, in virtù di un'esperienza che vantano possedere.
Ci fanno mancanti di azione. Ci depennano dalla facoltà di intendere e volere il bene per noi.
Al momento le loro parole ci sembrano verità disarmanti, e ambiamo ai loro piani organizzati sulle nostre vite come fossimo degli incapaci.
E forse lo siamo, o meglio, crediamo di esserlo, in quel preciso momento storico della nostra esistenza. Quando pare tutto nuovo, strano, confuso.
Sfido chiunque a non trovare momenti simili nel suo percorso. E vi sfido, ancora, a non intravedere accanto a voi, in quella "selva oscura" , un qualche saccente Virgilio pronto a guidarvi nei molteplici gironi del vostro inferno.
Anche voi, avrete scoperto, solo a posteriori, che l'essersi affidati a questo e quel consiglio, in realtà, non è servito a molto.
Che vi siete tirati fuori, da soli da quelle fiamme, e che il paradiso lo raggiungerete in solitaria.
Perche l'affidarsi agli altri, spesso, non fa altro, se non allontanarci da noi stessi, dai nostri reali bisogni, dal nostro reale essere.
Perché solo noi conosciamo quello che ci fa star bene, anche se il più delle volte ci fa stare male. Solo noi sappiamo quello che vogliamo, realmente.
Solo noi.
Nessun altro.
La situazione si complica davvero se a fare luce sulla questione, a dar voce alle vostre contraddizioni, non siete voi, ma personaggi esterni a voi, quel prolungamento di voi, che, usualmente, chiamiamo amici.
Ecco.
Chiariamo un punto fondamentale: talvolta questi fatiscenti personaggi si rivelano essere frapposti tra voi e il vostro agire. Insomma, alle volte i nostri amici sembra che giochino a risiko con noi, lanciandoci come pedine impazzite alla conquista di territori che vorremmo conquistare da soli, senza mettere in atto strategie infinite.
Loro vi consigliano, vi ammoniscono, vi trattengono e, poche volte, vi spronano a fare ciò che il vostro istinto urla da tempo. Spesso ascoltarli e un bene, ma il più delle volte non farlo è meglio, soprattutto quando quello che vi suggeriscono di fare, o non fare, crea la confusione e l'immobilità che vi porta a non fare assolutamente nulla.
Nel dubbio, si dice, meglio non agire. Ma quante volte non agiamo solo per paura?
Quante volte restiamo sospesi e immobili davanti a ciò che vorremmo, finendo per scegliere ciò che sarebbe solo più consono volere.
Desideriamo e finiamo per assecondare tutto, fuorché i nostri desideri, perché niente ci fa più paura che la loro realizzazione ed il loro esaurimento.
I nostri cari amici, spesso, ci complicano le cose, facendosi ambasciatori del nostro meglio, in virtù di un'esperienza che vantano possedere.
Ci fanno mancanti di azione. Ci depennano dalla facoltà di intendere e volere il bene per noi.
Al momento le loro parole ci sembrano verità disarmanti, e ambiamo ai loro piani organizzati sulle nostre vite come fossimo degli incapaci.
E forse lo siamo, o meglio, crediamo di esserlo, in quel preciso momento storico della nostra esistenza. Quando pare tutto nuovo, strano, confuso.
Sfido chiunque a non trovare momenti simili nel suo percorso. E vi sfido, ancora, a non intravedere accanto a voi, in quella "selva oscura" , un qualche saccente Virgilio pronto a guidarvi nei molteplici gironi del vostro inferno.
Anche voi, avrete scoperto, solo a posteriori, che l'essersi affidati a questo e quel consiglio, in realtà, non è servito a molto.
Che vi siete tirati fuori, da soli da quelle fiamme, e che il paradiso lo raggiungerete in solitaria.
Perche l'affidarsi agli altri, spesso, non fa altro, se non allontanarci da noi stessi, dai nostri reali bisogni, dal nostro reale essere.
Perché solo noi conosciamo quello che ci fa star bene, anche se il più delle volte ci fa stare male. Solo noi sappiamo quello che vogliamo, realmente.
Solo noi.
Nessun altro.
Commenti
Sul fatto che Agire sia, in generale, meglio poi sono d'accordo con te.
Scrivi benissimo; ti leggo, con piacere, da un pezzo. Nicola