Tutta colpa di Freud!
Tutta colpa di Freud!
L'ho sempre pensato.
Anche Paolo Genovese ci avrà pensato, tanto che nella sua commedia, tra problematiche varie e implicazioni psicologiche, descrive ciò che il padre della psicoanalisi afferma da sempre: ovvero che quello che più di ogni altra cosa ci destabilizza e ci mantiene vivi allo stesso tempo è l'amore. Una strana malattia a dir la verità, che prende un po' tutti, indistintamente, sballottando le nostre certezze, rendendoci folli, il più delle volte, mettendo in discussione anche la nostra identità.
La spinta verso la nostra metà è la meta di tutta una vita. La pulsione primordiale. Vogliamo essere amate, salvate, e perché no, a volte anche torturate, da uomini che non rientrano quasi mai in quella minima percentuale ottimistica di uomini decenti.
Il più delle volte incontriamo solo truffe colossali e il pensiero che Freud e gli psicoanalisti che lo hanno seguito ci abbiano aiutato ad esserne consapevoli è palese. La simbiosi materna, la sindrome di peter pan, e la nostra ricerca del padre. Tutte teorie che a vederle messe in pratica si traducono in suocere onnipresenti, uomini irresponsabili e le nostre conseguenti storie fallimentari.
Ma è così difficile trovarne uno facente parte di quel 5% che non includa i "vorrei ma non posso", le paranoie esistenziali, gli abbandoni stile "via col vento"?
Caro Sigmund, permettimi di parlarti francamente.
Alle volte penso che vorrei essere vissuta prima della tua esistenza, prima dei tuoi complessi di Edipo, delle tue interpretazioni, del tuo lettino, perché forse senza consapevolezza non avrei conosciuto a fondo le debolezze dei nostri istinti, relazionandomi con qualcuno, senza cercare di psicoanalizzarne i comportamenti in modo ossessivo, senza cercare di interpretarli, spiegarli e infine giustificarli.
Avrei vissuto i miei rapporti amorosi senza confrontarmi con le tue teorie bislacche sulla sessualità. Avrei dato spazio ai miei sogni senza capirli. Avrei continuato quel lungo processo di rimozione. Avrei sopportato in modo nevrotico il fardello del mio inconscio.
Certo adesso sarei un'isterica senza soluzione, ma almeno non sarei una psicopatica convinta con un uomo al mio fianco che me lo ricorda ogni giorno!
Grazie Sigmund! Tante grazie!
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