La matematica delle relazioni.
Io, che credevo fosse la matematica la cosa più difficile da comprendere a questo mondo, non avevo considerato di certo le relazioni umane.
Eppure anche qui si parla di rapporti, di addendi, sottrazioni, parentesi e teoremi.
Adesso che ho 30 anni suonati posso dirlo: le relazioni sono peggio della matematica e, adesso, sto qui a scervellarmi per risolvere un problema che sembra non avere soluzione.
Il fatto è che, per capirle, non ti basta andare a scuola, prendere ripetizioni o usare una calcolatrice.
Nelle relazioni devi vivere in prima persona i problemi, la relatività, i segni negativi e nel comune denominatore di due esseri, che provano a stare insieme, devi riuscire a calcolare le probabilità e l'algoritmo della loro storia, per capire se alla fine giungerà ad una fine o procederà ciclicamente, rinnovandosi.
Uomo e donna sono come numeri, la cui combinazione di operazioni non sempre dà segno positivo. A volte è negativa, a volte si arrotonda per difetto, altre volte per eccesso, di amore, rispetto, pazienza, passione o per la presenza di altri numeri disturbatori.
Da principio interviene la legge dell'attrazione e a scatenarla è la chimica, l'affinità, a volte il bisogno, spesso l'istinto.
Ma non sempre le cose sono così semplici.
Innanzitutto la logica che sottostà alla relazione uomo donna segue degli assunti fondamentali:
-Uomo e donna sono fatti per attrarsi
-Uomo e donna sono fatti per respingersi una volta attratti
-Un uomo e una donna troveranno un terzo da attrarre una volta consumata la loro attrazione
-Un uomo e una donna vanno d'accordo di più se uno dei due è gay
-Un uomo e una donna torneranno ad attrarsi l'un l'altro se uno dei due è impegnato in altra operazione con altro addendo.
Anche l'aritmetica della relazione uomo donna possiede le sue operazioni:
La somma dei due addendi, l'incontro, è regolato il più della volte dalla casualità. E' il destino che crea le condizioni affinché 1+1 faccia 2. Una volta superato l'impasse della conoscenza si passa allo step successivo, ovvero la moltiplicazione di incontri, di sguardi, di scambi comunicativi che hanno l'obiettivo comune della con-divisione, dei numeri telefonici, del contatto facebook, delle esperienze e, infine, dei corpi, dopo una tanto tormentata danza del corteggiamento, dopo un lasso di tempo fatto di strategismi, comportamenti seducenti, messa in mostra delle proprietà, della mercanzia.
Una volta scoperte tutte le carte, una volta condivisi e consumati anche i sentimenti, si giunge alla sottrazione di una delle parti, che torna a rimescolarsi nel grande pallottoliere per trovare un nuovo addendo.
Così va il più delle volte.
Diciamo che nel calcolo delle probabilità questo è quello che succede al 50 percento dei casi, nell'altro 50 i numeri restano insieme e crescono potenzialmente dando luogo a vari esponenti frutto della loro unione.
Anche nella versione più ottimistica di questa realtà numerica, però, possono farsi largo parentesi, tonde, quadre, graffe, espressione di operazioni complesse, intervenute alla relazione per causa di fattori esterni, quali tradimenti, crisi, incomprensioni e pause riflessive.
Una volta chiusa la parentesi si torna all'operazione principale che dovrebbe dar luogo al risultato finale corretto. O almeno, questo è ciò che ci si aspetterebbe da un'operazione matematica. Visto che qui parliamo di relazioni, il grado probabilistico di riuscita non è sempre lineare.
L'algoritmo di una relazione d'amore o sessuale tra due persone ha sempre delle incognite e la proporzione tra le cose messe in chiaro, quelle risolte e quelle semplicemente accantonate, perché ritenute superflue, come quella sequenza di numeri inutili dopo la virgola, torna a invalidare il risultato.
Le incognite, dicevo, sono varie e diverse: l'addendo di troppo, il numero periodico, o semplicemente il triangolo o terzo incomodo.
La relazione uomo donna non è come il Teorema di Pitagora, per cui:
In ogni triangolo rettangolo il quadrato costruito sull'ipotenusa è sempre equivalente alla somma dei quadrati costruiti sui cateti.
L'enunciato funzionerebbe meglio se fosse espresso così:
In ogni relazione la continuità della storia costruita sull'unione di due addendi non è equivalente alla fedeltà promessa sulla storia stessa.
La fedeltà la si mette in gioco, la si difende, ma se poi succede l'imprevisto?
Nessuno è in grado di stabilire a priori se uno dei due addendi resterà fino alla fine all'interno della stessa coppia numerica.
Uno dei due potrebbe avere le proprietà di un numero primo, e senza saperlo trovarsi coinvolto in una relazione parallela, con se stesso, ad esempio, incapace com'è di provare affetto per nessun altro che per se medesimo.
Di base credo che la complessità della matematica, e dunque delle relazioni, sia nei numerosi elementi che compongono ora una ora l'altra; elementi tanto uguali, quanto diversi, nei mezzi e nei risultati di certe equazioni, così ovvi e allo stesso tempo così indimostrabili.
La relazione uomo e donna ha una sua relatività, che nasce dalle reciproche differenze individuali e di struttura dei suoi membri. Dalla sua più semplice dimostrazione, l'atto sessuale, la relazione dà luogo a molteplici incastri, possibili esiti e infinite combinazioni.
E se la matematica non è un'opinione, sulle relazioni io, però, vorrei darvi la mia: mi piacerebbe pensare a uomo e donna come a due metà di una circonferenza, il cui numero costante, il loro Pigreco, sia il risultato dell'unione delle loro diversità, dello scambio delle reciproche aspettative, del rapporto tra la lunghezza della circonferenza e il raggio del cerchio.
Due in uno. Una il confine dell'altro.Uno l'essenza dell'altra
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