Lui, Lei, l'altro.
Lei, Lui, l'altro. Ovvero quel terzo elemento che filtrando le interazioni tra i due protagonisti, diventa il protagonista assoluto, nel lento passaggio dal primo approccio, fino alla conoscenza più approfondita. Il telefono.
Succede che, tra uomo e donna, dopo il primo approccio, si interponga una lunga fase di attesa e silenzio che vede il telefono detentore assoluto delle sorti di entrambi.
Nel silenzio che avvolge i due sciagurati, il telefono fa da tappo alla scarica delle loro pulsioni, tenendole in ostaggio fino a nuovo ordine.
Capita, infatti che dopo esservi presentati, dopo aver scambiato le prime battute, aver scoperto un certo interesse reciproco, aver scambiato i rispettivi profili facebook e il numero di telefono, dopo un primo appuntamento, sopraggiunga quella fase in cui da una parte e dall'altra scatta un misterioso silenzio stampa o, come la chiamo io, la trance ipnotica.
La trance ipnotica è quella speciale condizione sia psicologica sia neuro-fisiologica nella quale la persona funziona in un modo speciale, un modo in cui la persona può pensare, agire, e comportarsi come nel normale stato di coscienza o anzi anche meglio, grazie all'intensità della sua attenzione e alla forte riduzione delle distrazioni. (wikipedia)
Utilizzata in ambito psicologico per abbassare le difese di un soggetto, permette il raggiungimento dei suoi stati più profondi, in cui solitamente risiedono traumi e vissuti inconsci, e risalire all'origine della sua sintomatologia.
La trance ipnotica però non è solo questo, è uno stato in cui siamo catturati, anche nella vita quotidiana, e di cui, per ovvie ragioni, legate proprio alla struttura della manifestazione, non siamo consapevoli.
Per esempio, tra uomo e donna, alle prime fasi della loro conoscenza, la trance ipnotica è quella che sorprende noi donne davanti al telefono nell'attesa che una manifestazione del suo interesse sopraggiunga attraverso una telefonata o sms.
Passano i minuti, le ore, i giorni e noi siamo sempre lì, davanti allo schermo muto di quel dispositivo che sembra essere l'unico legame, l'unico collegamento tra noi e lui.
Cosa ci impedisce di rompere il silenzio, di destarci da questo stato catatonico?
Gli amici ovvio. Loro che dall'alto dell 'esperienza collettiva e di quell'entità sovraordinata chiamata orgoglio, ci prospettano i più sciagurati presagi e le conseguenze più nefaste alla nostra voglia di iniziativa.
Rivolgerci a loro sembra essere la cosa più giusta da fare, in quel momento di dispersione e disperazione. Più che altro, serve a te il disperdere ogni responsabilità da qualsiasi gesto possa compromettere la riuscita del tuo pseudo e immaginario rapporto. Perché in quella fase ancora non ti è chiaro, presa come sei nel vortice tranceipnotico, che la relazione che tanto decanti, ancora non è nemmeno iniziata.
Ma ti piace tanto crogiolarti in quella fantastoria e ti soddisfa assai trattenere ogni impulso perché è più gratificante sentirsi desiderate no?
Allora procrastini il momento, e ferma nella tua decisione di non prendere alcuna iniziativa, continui ripetutamente a cercare conferme che stai andando nella direzione giusta, le chiedi al tuo cellulare, che silenzioso, continua a fissarti con la sua schermata vuota.
Nessun messaggio, nessuna chiamata.
E adesso che si fa?
-Niente. Non gli piaci abbastanza. Fattene una ragione!
Questo ti vien detto dagli stessi amici che fino a 24 ore fa fantasticavano insieme a te sulla tua fanta storia.
Maledetto film che svelò a tutti il segreto detenuto dagli uomini. Loro che abbiamo sempre tanto sopravvalutato, credendoli capaci dei nostri stessi arrovellati ragionamenti, dei nostri machiavellici complotti, dei nostri meschini sotterfugi. Invece scopriamo essere semplici tanto quanto un paramecio.
Così, se non ti chiama, non ti trilla, non ti invia nemmeno un telegrafico messaggio, la colpa non è del dubbio che lo assale, del suo essere timido, della voglia di non disturbarti, dell'attesa che sia tu a farlo per prima, degli alieni che lo hanno rapito.
No! Il motivo è lì a pochi centimetri da te, su quel monitor muto e vuoto. In quel silenzio che ti sta solo urlando quelle parole che non avresti voluto sentirti dire: Non gli piaci. Punto.
Triste, dura e diretta è la verità e dura e testarda sei tu, che complessa quanto la reazione chimica della bomba atomica,finirai per dimenticarla alla prima ubriacatura. Lì, quando a notte fonda, sdraiata sul tuo letto, invece di dormire, farai quell'unica mossa che avevi rimandato per tutto questo tempo e, continuando a fissare quel monitor vuoto, deciderai di riempirlo con un messaggio, senza senso, breve, ma dal significato univoco: "Eccomi, sono la stupida dell'altro giorno. Ricordi? Non mi piaccio abbastanza e decidendo di mettere la mia dignità sotto il materasso ti imploro di darmi un segno della tua presenza. Tua devota cretina."
Naturalmente qui il ciclo riprende con nuova trance ipnotica, in attesa di quella risposta che ovviamente non arriverà mai, perché il nostro caro paramecio, mentre voi vi torturavate, in quell'arco di tempo, creando congetture su congetture, aveva distribuito il suo numero di telefono e stati ipnotici ad un' altra grande percentuale del popolo femminile, transitando amabilmente sul letto di alcune prescelte fortunate.
Perciò alla luce di questa tremenda verità, non mi resta che chiamare in causa Giucas Casella affinché ci risvegli da questa trance e, guardami, guardami…ci apra gli occhi, destandoci da quel sonno eterno. Perché noi donne, siamo così, se una verità non ce la sbatti in faccia continuiamo a cercarca nell'inverosimile e nell'impossibile. Forse è per questo che i più alti misteri dell'universo sono rimasti insvelati, li hanno sempre affidati agli uomini e questo è il risultato dell'esistenza di tanti x-files.
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