Il grande e potente Oz!


Comincerò questo mio post con una denuncia e una proposta, di legge! 
Io mi batto per il reinserimento, coatto,  della figura della mascherina all'interno delle sale cinematografiche. Ve la ricordate no? Quel losco figuro che si aggirava tra i corridoi bui, durante la visione del film, puntandovi addosso la lampadina tascabile ad ogni movimento sospetto? 
Quell'animo gentile che senza fiatare vi accompagnava al posto?
Se non lo ricordate o siete troppo giovani, o troppo distratti o siete i disturbatori in questione e state facendo gli gnorri! 
In questo caso sappiate che siete davvero fastidiosi. 
Perché?
Adesso vi spiego!
Siete fastidiosi quando entrate in sala e chiaccherate animatamente durante i titoli di testa, facendovi largo tra le poltrone, per aggiudicarvi un posto nel quale per i primi dieci minuti ballerete la macarena alla ricerca della vostra posizione strategica. Siete ancor più fastidiosi perchè trascorsi i dieci minuti rompete il silenzio di una scena ricca di pathos aprendo il vostro pacchetto di patatine con un rumore insopportabile tanto quanto le unghie sulla lavagna,  dando il via ad un ruminare insistente.
Siete fastidiosi quando fate eco a chi cerca di azzittirvi, e lo siete ancor di più quando alla fine del film, nel bel mezzo dell'ultima battuta, voi siete già in piedi pronti a scattare via. Ma il massimo del fastidio lo raggiungete quando una volta usciti dalla sala commentate il finale in presenza di un povero ignaro spettatore che attende fuori di prendere posto per il suo spettacolo.
Per questi ed altri motivi, ritengo che la figura dell'indispensabile mascherina serva come il buio nella sala stessa, perchè, ieri durante la visione del film di cui vi sto per parlare, a parte minacciare e fulminare con lo sguardo i due chiaccheroni dietro di me, non ho potuto fare molto altro contro un'intera sala di adolescenti che se la sghignazzava ad ogni battuta non facendomi capire un'acca di niente.
Ma adesso veniamo a noi e a lui, "Il Grande e Potente Oz"

E' il 1939, esce il primo film in Technicolor, Il Mago di Oz. 
Ricordo che da bambina mi incollavo davanti alla tv e tutte le volte sognavo di percorrere i mattoni gialli con ai piedi le scarpette di rubino rosse - ho scoperto, crescendo, che originariamente le scarpe nascevano argento nel romanzo di Baum, ma il regista ebbe l'intuizione giusta cambiandone il colore, infatti oggi restano le inconfondibili scarpette rosse di Dorothy.
Dicevo, amo tantissimo questo film, amo i suoi colori, così vivi e brillanti, amo i suoi personaggi, strega  compresa! 
Il grande e potente Oz  a distanza di circa 70 anni riprende la storia e va a ritroso per raccontarci l'antefatto. 
Ancora una volta il punto di partenza è il Kansas, la fotografia color seppia ci introduce un giovane mago, Oz, alle prese con trucchi da 4 soldi e illusionismo spicciolo. E' un furfante, egoista, megalomane, ma simpatico. Poi il solito tornado e il passaggio ad Oz è immediato, i colori appaiono sullo schermo ed è un colpo d'occhio, lo stesso del primo film. 
Non ho intenzione di svelarvi altro perchè il film vale davvero la pena di essere vissuto con i suoi effetti speciali, innumerevoli, i suoi colpi di scena e i suoi meravigliosi e divertentissimi personaggi ( tenete d'occhio la scimmietta, perchè è il mio mito).
 Le streghe sono 3, ognuna con caratteristiche diverse e ognuna con makeup meravigliosi, ricordiamo che Urban decay ha dedicato a loro due palette di ombretti per riprodurne i looks.
Colori, personaggi ed effetti a parte quello che resta invariato e che mi colpisce e cattura allo stesso modo è il messaggio che viene fuori in 2 ore di proiezione: La magia esite!
Perchè in realtà puoi fare tutto ciò che vuoi, se ci credi, se credi in te stesso. 
La magia non è salire su una scopa e volare, la magia vera è nascosta in ognuno di noi, è la nostra essenza, il nostro essere unici che ci rende magici agli occhi degli altri. Se si crede in se stessi si è a casa, perché la casa è quella che abitiamo convivendo con le nostre paure, i nostri limiti, ma anche le nostre capacità, che sono molteplici. Dorothy cercava il suo mondo oltre l'arcobaleno, (Somewhere over the Rainbow ) un mondo speciale in cui i sogni possano diventare realtà, un mondo che scoprirà solo alla fine essere sempre stato a portata di mano, un mondo in cui già viveva ma di cui non percepiva il colore. 
E Oz, allo stesso modo saprà compiere la sua più grande magia contro ogni sua aspettativa.
Credere in se stessi è l'unica chiave che apre ad ogni possibilità, anche quelle apparentemente impossibili.



Commenti

Unknown ha detto…
Ciao cara trovo il tuo blog davvero carino,ti và di seguirci a vicenda???
passa a trovarmi :)
http://idolcibijoux92.blogspot.it/
Sono anche io della Sicilia,Vicini :D

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