Che Ansia avere l'ansia!
Si dice che una delle parole più cliccate e usate al momento sia selfie.
Eh, no!
La parola del momento è ANSIA!
Al solo pronunciarla sento il cuore cominciare a battere, lo stomaco contrarsi e la gola stringersi in un nodo.
Crescono le palpitazioni, aumenta la temperatura corporea e il respiro si fa corto.
Ma cos'è l'ansia?
In realtà il termine è talmente inflazionato, che tutti lo usano pur non sapendo realmente cos'è.
Persino chi non l'ha mai avuta adesso sente di esserne colpito.
Io per prima.
Non lo avrei mai detto ma è successo.
Ho l'ansia e la colpa è dell'umanità che me l'ha contagiata, con il suo continuo ripeterlo.
Ansia
Ansia
Ansia
L'ansia, oramai, colpisce pure sotto i 9 anni.
Un piccolo concorrente di masterchef junior, l'altro giorno, se ne lamentava, preoccupato.
Ma davvero? Tu che sai stendere la pasta a 9 anni, che sai preparare le emulsioni a 9 anni, che sai sfilettare un branzino a 9 anni, tu, a 9 anni hai pure l'ansia?
Se io sapessi fare la frolla come riesci a farla tu, a soli 9 anni, mi sentirei padrone del Nirvana.
E invece l'ansia non mi abbandona più, perché continuate a nominarla, sempre, ovunque.
Non avete capito che è come Voldemort? Dovreste averne paura e invece continuate a vantarvene come fosse la prova del vostro bagaglio emotivo, del vostro sentire e sentirvi.
Sono felice! [Ansia].
Sono triste! [Ansia].
Buongiorno! [ Ansia].
Ansia. Solo ansia.
L'ansia si manifesta come una condizione psichica ( paura, preoccupazione, apprensione, allarme) a cui corrispondono segni somatici (tachicardia, nodo alla gola, respiro corto, sudorazione) e comportamentali (irrequietezza psicomotoria, disturbi del sonno, irritabilità).
L'ansia è una combinazione di emozioni negative che mette l'organismo in uno stato di allarme producendo la classica risposta "combatti o fuggi".
Ma contro chi o da cosa?
Nella maggior parte dei casi da se stessi, ovvero da un conflitto psichico interno, che appare come una minaccia, un pericolo.
Naturalmente l'ansia quando eccessiva e non adattiva contraddistingue serie patologie psichiatriche ed è uno dei campanelli d'allarme e dei segni più evidenti dell'esistenza di un malessere nella persona.
Di fatto l'ansia contraddistingue in misura maggiore o minore la maggior parte di noi.
E' come la paura, ma non è paura, perché se hai paura sai di cosa, con l'ansia no, sei in un perenne stato di agitazione, iperattività immotivata e generalizzata. Non riesci a rilassare la mente né il corpo, che tieni costantemente sul "Chi va là".
Avere l'ansia non è come avere avuto una brutta giornata, che poi passa, non è come avere un mal di testa, l'ansia è una continua attesa, l'attesa che quello stato di inquietudine e agitazione ti abbandoni, è stare sulle spine senza un perché, è vivere con l'alito sul collo.
Il mondo è diventato ansiogeno, e noi di conseguenza siamo una generazione di ansiosi.
Quello che ci fotte è l'ansia da prestazione. A letto e fuori dal letto.
Siamo costantemente messi sotto esame dagli altri, così finiamo per pretendere standard, da noi stessi che non sempre riusciamo a raggiungere e mantenere, così siamo in costante lotta-fuga con noi stessi e con gli altri.
La cosa che più ci rende ansiosi in assoluto è il non poterci esprimere per ciò che siamo.
Perché essere se stessi, se tutti vogliono essere qualcun altro?
Meglio annichilire la nostra vera essenza, in favore dell'accettazione sociale.
E non basta avere personalità per resistere alla tentazione di cadere in questa trappola, si dovrebbe avere una personalità mastodontica e la nuova generazione purtroppo ne è sprovvista.
Come potrebbe mai d'altronde svilupparne una con tutti i modelli fuorvianti e svalutanti a cui far riferimento?
E soprattutto l'ansia è diventata la parola jolly da sostituire a tutti i nostri stati d'animo, quelli che difficilmente riusciamo a verbalizzare, quelli che non siamo più abituati a riconoscere ed accettare.
Per esempio la noia, la tristezza, la sofferenza e infine lo scazzo, quello che più di tutti contraddistingue la nostra esistenza, fatta, spesso, di vuoti da colmare.
E' tutto un vuoto cosmico, di pensieri, sentimenti, azioni e inibizioni. Come se non ci fosse più nulla in grado di riempirlo e riempirci e forse sarebbe questo il vero ansiolitico capace di colmare quest'ansia conseguente. O, forse, l'ansiolitico non è altro che la nostra presa di coscienza, il nostro dare un vero nome ai nostri problemi, senza mascherarli dietro quell'unica parola, che ci salta in bocca, ogni volta ci sentiamo sopraffatti da ciò che sfugge al nostro controllo.
La parola ansia è solo l' effetto placebo, che culla le nostre scuse dinnanzi alle reali soluzioni.
Lasciarsi andare, abbandonarsi ai nostri bisogni, alle nostre esigenze, pianificare per noi un progetto che non sia solo dover essere ma voler essere, sarebbe in fondo l'unica, probabile e più difficile soluzione.
A questo punto mi sono appena accorta che ho ripetuto così tanto la parola ansia, che, alla fine, mi è venuta davvero; che questo post è diventato più serio del previsto e che, in fondo, io volevo solo denunciare il fatto che, la vostra ansia, quella che sbandierate di continuo sui social, quella che "Dio, che mi metto", quella che "Oggi è lunedì" quella che "La fashion week" ecco, quella non è ansia, è solo voglia di dare un nome a ciò che un nome non ce l'ha, o meglio, a quello che, semplicemente, si chiama "sticazzi".
Commenti
comunque quei bambini di masterchef non sono umani secondo me XD
Per non parlare poi di chi dice di avere l'ansia solo perchè gli altri hanno l'ansia...no comment!
brava Lorena, mi piacciono troppo i tuoi post dall'inizio alla fine!
CarmelytaWorld
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