Finchè dura


Se i depositari dell'amore sono i poeti, noi cosa siamo? 
Solo i mezzi, forse, per tramutare in fatti quello che dell'amore si racconta dall'inizio del tempo e del mondo.

L'amore è una parola che si riempie sempre di tanti significati e di esperienze, ma il cui vero mistero sfugge ai più.

Spesso mi trovo a farmi la stessa domanda: L'amore esiste? 
E non mi soffermo mai su l'altro lato della sua medaglia: la durata.

Spesso determiniamo la sua esistenza sulla sua eternità. Ogni storia finita deprime, annichilisce il vero significato del sentimento che si è consumato, proprio perché disperso, non trattenuto.

Ma è davvero credibile e possibile pensare ad un amore che duri per sempre?
Nelle favole, dopo il vissero felici e contenti cosa c'è?

Ascolto nuvole bianche, e sulle note meravigliose di questa musica, penso all'amore. Chissà se Einaudi si è soffermato come me a riflettere sui misteri di questa vita e sul più grande di tutti, che vede ognuno di noi ricercare ossessivamente se stesso nell'altro.


Parlando di amore mi sono sempre confrontata con le idee più disparate. Il comune denominatore di tutte sembra essere sempre lo stesso: non c'è amore che non preveda la presenza o l'assenza dell'altro. Come a dire: "Io non sono niente senza te e io sono tutto con te."

Adesso vorrei farvi un invito.
Sintonizzatevi sulla mia stessa lunghezza sensoriale. Prendetevi del tempo per leggermi e riflettere con me di amore. 
Prendetevi del tempo, da dedicare a queste mie parole. "Ascoltatemi" e in sottofondo ascoltate la mia stessa musica. 

Fatto?

Ok, continuiamo.

Parlavamo di amore e durata. Lo spunto a questa riflessione, a parte la mia vita (risate isteriche e pianti in sottofondo) mi giunge dall'ultima puntata di Lessico amoroso, programma andato in onda ieri su Rai tre condotto dallo psicoanalista Massimo Recalcati. Quello che più ho amato è stato l'intervento di Roberto Benigni che, tra riferimenti ai più grandi scrittori del passato e la sua sagace ironia, ha diviso l'amore in due schieramenti: "C'è l'amore che brucia e quello che dura."

Quello che brucia lo conosciamo tutti. Tutti ci siamo bruciati. Ed è un fuoco dirompente, con fiamme alte, avvolgenti, a volte spietate, ma di quel calore necessario e vitale. Lo abbiamo sperimentato e ardentemente desiderato.TUTTI. 

Come dice Benigni: "E' quello che esplode il cuore."

Forse quello che non tutti abbiamo sperimentato, anche se ci abbiamo creduto e sperato, è quello che dura.

Ci sia aspetta sempre che una storia duri, soprattutto quando è all'inizio, quando brucia. Ma alle volte quel fuoco è un fuoco debole, che non si alimenta di nulla e si esaurisce in un tempo limitato. Così, quando succede, su quelle ceneri lasciamo anche la speranza dell'altro tipo di amore, e la lasciamo lì, morire e incenerirsi e ci mettiamo i piedi sopra, e soffiamo su quella polvere tutta la rabbia che ci è rimasta.

E invece, forse, quell'amore non lo abbiamo ancora sperimentato e non ne ammettiamo l'esistenza solo perché, ammetterlo, vorrebbe dire che abbiamo fallito. Allora ci chiudiamo in una sacca di cinismo e resa che troverà il terreno fertile solo ad un prossimo fallimento. Quando non riusciremo ad accogliere il prossimo fuoco e a farlo bruciare più a lungo.

Sapete perché l'amore che dura è così raro?

Perché è l'amore che sperimentiamo nella monotonia del quotidiano, quando dovremmo scendere a patti con la ripetizione dello stesso e vivere del già sperimentato, ma non ci basta mai. Vogliamo sempre di più.

Ci concentriamo così tanto su ciò che l'amore dovrebbe essere che perdiamo di vista quello che è; momenti quotidiani di condivisione e di benessere.

Poi ci sono gli eterni sognatori che dell'amore amano la mancanza. L'amore che non c'è, quello che avrebbe potuto essere, ma sanno bene che se non è stato non lo era, eppure trattengono l'idea illusoria di quello che avevano soltanto immaginato. L'amore non corrisposto. Quello ad esempio tra Dante e Beatrice. Quello etereo, non fisico, essenza di solo e puro desiderio non consumato.

Qualcuno negherebbe che sia amore. Eppure non si può ridurre l'amore ad un solo scambio. L'amore è amore e nel suo assunto di base c'è l'incondizionata spinta senza resi. Non è quello a cui auspichiamo, ma a tutti è capitato d'amare ad oltranza, in silenzio e in disparte. Fino alla resa.

Ma i kamikaze lasciamoli ad altre epoche storiche ( tipo il medioevo e la mia adolescenza, che è più o meno la stessa cosa).

E ancora i cinici, i disillusi, quelli che : "L'amore non esiste!" E lo rifuggono, lo respingono, lo insultano e lo condannano. E sono anche i più sofferenti. Quelli che ci hanno creduto talmente tanto che si sentono traditi e fatti a pezzi. 

E mi fa sorridere che ancora sorridono, se li cogli di sorpresa. Se abbatti le barriere che innalzano per difesa. Sono barlumi di speranza. Piccoli, poi tornano ad essere muri, ma se ti avvicini piano vedi delle piccole fessure, sono le crepe delle ferite che hanno subito, eppure passa la luce se guardi bene. Poca, eppure c'è.
Sono gli stessi che ti dicono: "L'amore potrebbe essere dietro l'angolo, se solo non fossi in una piazza". Fa sorridere, e fa riflettere.


Per questo, io oggi vorrei celebrare l'amore, quello reale e tangibile, ma, soprattutto, dichiarare guerra al cinismo e al disfattismo, che spesso alberga anche in me, e accogliere la speranza che questo sentimento possa ancora resistere. Perché, se nel suo assoluto significato è esistito fino ad oggi, chi siamo noi per mettere un punto anche alla speranza?

Vi racconto una storia. La mia. Poi vi dico perché ci spero ancora.
Se la mia vita amorosa fosse una serie su Netflix il riassunto delle puntate precedenti non sarebbe mai il preludio al seguito.
Sono le "puntate precedenti" che ci fottono. Tutto quello che succede prima. Prima della tragedia.
Quel meraviglioso momento in cui: "Va tutto splendidamente, pensò Lorena, fischiettando un allegro ritornello". Tutto ad un tratto, il ritornello si trasforma in una sinistra ed inquietante filastrocca cantata da Freddy Krueger, squilla il telefono e Samara ti comunica il countdown e It  ti chiede se vuoi uno psicofarmaco.
"Lorena vuoi continuare a giocare a chi si sbuccia il cuore per primo?"

Eccolo lì: l'inaspettato. E, per quanto, come concetto generale, lo trovi molto bello, poi molto bello non è mai. Anzi, si rivela un incubo a tutti gli effetti.

Avevo 6 anni e mi piaceva Giovanni. Lui però sembrava preferire le trecce bionde di Liliana.

Avevo 9 anni, mi piaceva Davide, ma per lui ero la compagna di banco simpatica e un po' buffa.

Avevo 12 anni, mi ero presa una cotta per Claudio, a parte un bacio fugace, tra di noi ci fu prima Cristina e poi Emanuela.

Poi arrivò Ernesto, lui non sapeva nemmeno chi fossi. Probabilmente non sapeva che ho iniziato ad amare gli articolo 31 perché li ascoltava lui.

Il periodo di Luca durò molto di più, ci fu una storiella, pagine di diari scritti per lui e letti da lui, conversazioni infinite e alla fine lui sta con Emma.

Altre parentesi tragicomiche nel mezzo e la storia più lunga di tutte è arrivata con la maturità. Durò 12 anni e poi finì. Non fu amore che dura. Ma fu amore. Metabolizzai, solo dopo, me stessa in quella storia. Praticamente durò una vita e mi segnò per la vita. 


Si susseguirono una serie di: " E' amore; non lo è; usciamo insieme; visualizza e non risponde, torna con l'ex; è online ma non scrive; sono sbagliata; vado a comprare l'abito da sposa; vado a comprare l'abito per il funerale, il suo; che patologie hai?" e via dicendo.


Fino a quella che credevo fosse la "Storia" e invece era 'na strunzata e lui il figlio della merda anzi la faccia di merda per eccellenza.

(Sulle facce di merda scriverò a parte, perché è un personaggio talmente diffuso che merita attenzione e insulti riservati.)


A questa seguirono brevi parentesi, consapevolezze e colpi di scena, ritorni e soprattutto partenze.

Infine arrivò LUI.

E qui fermatevi un attimo perché se pensate che stia per svelarvi il segreto dell'amore o il suo nome...beh ci siete vicini, ma probabilmente non è quello che vi aspettate.
Non arrivò su nessun cavallo bianco, non agitò nessun pennacchio al vento. 
Arrivò semplicemente facendo capolino da quella parte di me che ho troppo spesso detestato e colpevolizzato.
Arrivò quando smisi di farlo. Quando un giorno mi voltai a guardare tutte quelle me che si erano perse dietro troppi loro.
Lì mi sono fermata. Ho fatto un respiro e mi sono perdonata. Non erano mie le colpe per i "Poteva essere", non era l'amore che mi aveva tradita con la sua promessa dell'eterno. Era la premessa che andava corretta.

Amati e concediti il fallimento. 
Amati e quel fallimento sarà esperienza. 
Amati e dell'amore ama la speranza.

Così è andata.
Mi sono bruciata e mi sono salvata.
Il vero fallimento è non provarci per paura di fallire.
E' il vero paradosso dell'amore e di tutte le esperienze. 
Quella fottuta paura di mettersi alla prova, di sperimentarsi inadeguati e fallibili.
Siamo umani. Possiamo concedercelo!
Si dice "Cadere in amore"(Falling in love), e poi? Poi ci si rialza. 

E il "Vissero felici e contenti?"
Nessuno lo sa. Nessuno lo ha scritto. Tutti ci hanno sperato. E' tacita speranza dopo i titoli di coda.
La verità, miei cari, mentre Einaudi continua a suonare, è che l'amore esiste e arriva, prima o poi arriverà, e dura, prima o poi durerà. 

E perché questo accada  è necessario che voi scopriate l'Amore, quello vero, il primordiale. 

Vi sto confondendo? Non troppo. Continuate a seguirmi.

Quello che davvero vi condurrà al vero sentimento e alla condivisione di questo con l'altro è solo la scoperta dell' Amore per voi stessi.

Amatevi e non chiederete più amore, come il tipo al semaforo mi chiede le sigarette quando non ho monete. Non accontentatevi di amori di plastica, quelli che confondono anche una come Carmen Consoli. Siate più esigenti. Chiedete di più. Ché per amore si sorvolano le rigidità mentali, i dubbi e pure i km. Per amore si fa tutto e non ci si ferma davanti ai "se" e ai "ma" e nemmeno ai "forse".
L'amore è "quiete accesa", come ribadisce Benigni. L'amore è mancanza, come dice Recalcati. Mancanza non perché l'altro manca, ma perché senza l'altro non si è. 
O meglio, si è e si è di più. Si è NOI.
Amore è amare anche la speranza che esso sia semplicemente ciò che è. Non attesa, non aspettativa, solo Presenza.

E se anche così non vi basta, vi dico che sono d'accordo con Andrea Pinna e l''amore è eterno finché dura, ma, soprattutto, finché è duro.



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