L'8 marzo. 24H e…STOP!


E quindi ieri è stata la festa della donna. 
Su facebook ho letto frasi, post, ho visto immagini piene di affetto, belle parole, sul rispetto, l'importanza di "festeggiare" la donna ogni giorno, nelle piccole e grandi cose della quotidianità. 
Ho letto di iniziative molto belle, come quella di MarieClaire a cui ho partecipato.
Ho letto gli auguri degli uomini. 
E ho tirato un sospiro di sollievo. 
Per una volta mi sembrava fosse chiaro più delle altre volte il messaggio di una giornata che si dovrebbe estendere oltre le 24 ore, che non è altro che il rispetto, senza scadenze, senza ipocrisie.

Invece stamattina sono arrabbiata, e delusa.

Succede che la giornata di ieri non si è ancora conclusa, che le 24 ore non hanno ancora scoccato gli ultimi rintocchi e la parola donne ricorre nuovamente accanto alla parola femminicidio, sangue e violenza. Altre tre donne muoiono, altri tre uomini uccidono. 
Alle volte ci si illude che le cose brutte si possano fermare, almeno per 24 ore, e quando questo non succede, come gli incidenti la notte di Natale, le tragedie nei giorni di festa, la notizia brucia di più, il dolore si fa più intenso, perché sai che non c'è giornata che tenga a fermarlo, non c'è nulla che possa interrompere quel perverso gioco del male. 
E scopri che quelle belle parole lette qualche ora prima non hanno senso in confronto ai fatti di cui hai appena avuto notizia. 
Quelli sono fatti che mettono le parole in un angolo schiacciandole duramente contro le pareti di una realtà che si presenta sempre a offrirti il conto.
E tu non puoi che restare a guardare senza poter dire, fare, nulla che possa cambiare le cose.
Capita, ad esempio che prima che la giornata di ieri finisca, tu sei seduta ad un tavolo, parlando con uomini, di donne, discuti sul perché l'uomo si comporti in determinati modi, rifletti sul fatto che probabilmente sono uomini malati, o semplicemente hanno avuto a che fare con madri che li hanno abituati a vedere nelle donne solo il brutto e a scagliarsi contro questo senza pietà. 
Sei lì che sciorini teorie psicologiche complesse e poi ecco che ti si presenta davanti una risposta. 
Ha la faccia pulita di un ragazzetto di circa 20 anni, l'espressione furba e orgogliosa, il fare presuntuoso e saccente. Ride fragorosamente mentre si avvicina a te e alla sedia vuota al tuo fianco, e mentre continua a sghignazzare di un discorso lasciato per aria dal tavolo accanto, dove siedono altri 3 ragazzetti, tira via la sedia senza nemmeno abbassare lo sguardo su di te, che sbigottita cerchi di fargli intendere che magari quella sedia è pure occupata. Così mentre tu stai appesa con la mano a quella sedia lui quasi va via portandosi dietro entrambe. Poi ad un tratto la sedia si fa troppo pesante e, staccatosi da quel filo invisibile che tratteneva i suoi pensieri, le sue  risate e il suo fare borioso, si accorge di te e senza dire una parola, o una scusa, torna alla sua arroganza.
E allora in un attimo è chiaro che non ci sono teorie psicologiche che reggano, argomentazioni che diano un senso a tutto lo scempio che aleggia accanto alla parola donna. 
Un fatto così piccolo e all'apparenza insignificante spiega più di mille parole.
Accanto alle donne ci sono, purtroppo, tanti uomini senza coscienza e senza educazione.
Si, è anche una questione di educazione. 
Educare al rispetto, all'attenzione, all'amore per le donne, sin da bambini. Ché una volta adulti, purtroppo, questi cari uomini, se ti va bene, ti tolgono la sedia da sotto il sedere, se ci stai alla prima sera ti danno della poco di buono, se li ignori ti fanno la mano morta sull'autobus e se decidi di ribellarti e di lasciarli ti dipingono un pugno sul viso, ti lanciano giù per le scale o ti invitano per l'ultimo appuntamento della tua vita in una camera d'albergo. 
Scusate la modalità cinica e arrabbiata di questo post-8marzo, ma purtroppo per molte donne oggi non c'è stato un 9 marzo, e mai più ci sarà, c'è stato solo un 8 marzo, 24 ore, e poi…lo STOP!
Sapete quale desiderio ho espresso per l'iniziativa di Marie Claire #womenwishes?
Un desiderio, semplice: "Un mondo in cui ogni donna non debba elemosinare il rispetto che le è dovuto".
Purtroppo ogni donna continua a tenere la mano tesa.
Purtroppo mendicare il proprio rispetto è la realtà di questo "post-8 marzo".
Purtroppo un mondo così è ancora lontano.

Purtroppo, mentre eri ricorreva questa immagine:

Oggi, su google, trovo questa:





Commenti

Unknown ha detto…
Condivido ogni singola parola, non basta un giorno per sensibilizzare, occorre un cambiamento che parte dal basso, dalle piccole cose, dai gesti quotidiani che possano sembrare all'apparenza insignificanti ma che in realtà possono celare tanto. Occorre imparare (ed insegnare) il RISPETTO, parola ormai desueta, sconosciuta ai più ma che forse potrebbe essere il vero primo passo per il cambiamento...
Io desidero una società in cui non siano necessarie delle leggi per rispettare le donne e invece ancora abbiamo bisogno delle quote rosa e della legge sul femminicidio...
Anonimo ha detto…
condivido pienamente. La cosa che mi fa più rabbia è quando questi crimini sono fatti passare come "provocati" dalle donne. Ma provocati da che?

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