Un anno ...senza mutande!
Facebook ha cominciato da più di una settimana ad abituarmi all'idea che stiamo per abbandonare l'anno in corso, invitandomi a rivederne i momenti, scanditi da foto, messaggi, pensieri.
E ce ne sono tantissimi, così tra un selfie e l'altro, tra una foto e l'altra, condivisa con Zuckerberg, non posso fare a meno di volgere lo sguardo a questo 2013 che sembra sgattaiolare via a passi felpati come un ladro dalla finestra.
Dove te ne vai? Resta qui che non so mica chi arriva a sostituirti!
Ma forse è questo il bello.
Ogni anno scacciamo via il precedente a suon di "Finalmente, era ora, meno male!" e stiamo lì trepidanti ad immaginare cosa arriverà con il nuovo a immaginarcelo sempre migliore e diverso, pieno di questo e quello.
Ma se ci voltiamo a guardare quello che è stato, forse ci accorgeremo che in fondo non è andato poi così male. Che poi, si sa, in 365 giorni non possiamo mica pretendere solo momenti belli, ci sono gli alti e i bassi, quello che conta è tenere duro, affrontare le sfide della vita a testa alta e con qualche sorriso di riserva.
Guardandomi in dietro, direi che, tutto sommato, caro 2013 mi sei andato più che bene.
Se non ricordo male ti avevo definito cangiante... Ed effettivamente per me lo sei stato.
Hai reso cangianti parti di me, senza stravolgermi.
Che qualcosa è cambiato l'ho capito quando ho fatto spazio nella mia scarpiera ad un nuovo paio di scarpe. Non un paio qualsiasi, sono quelle su cui mai avrei scommesso, quelle che a stento indossavo alle superiori, quelle che a mio dire non sono scarpe: suole in gomma, cuscinetti ammortizzatori, colore fluo, lacci coordinati. Insomma, un modello Nike perfetto per saltellare, colpire, scalciare. L'anti fashion, ma perfette per la mia adorata fit boxe.
Ho capito che questo era un grande cambiamento nel momento in cui questo paio di scarpe ha iniziato a calzare ai miei piedi giorno dopo giorno. Non è solo una questione di scarpe, non sono una da tacco 12 ogni giorno, anzi, sono una da biker boots, al massimo vado di plateau.
Il vero cambiamento sta nel fatto che indossare le mie nuove scarpe è diventato divertente e, insieme, una mission a cui non posso rinunciare, di cui non posso fare più a meno. Perché mi fa star bene.
Io che alle medie e superiori evitavo in ogni modo l'ora di educazione fisica, con le scuse più improbabili e la faccia tosta di una che la tuta non la indossava mai.
Io che in palestra mi iscrivevo a marzo con il senso di colpa di un'inverno di abbuffate, per arrivare poi a giugno con soli tre/quattro giorni di sopralluoghi blandi sul tapis roulant.
Perciò pensate a che cambiamento hanno assistito i miei addominali, i miei glutei, il mio umore, dopo un allenamento quotidiano e costante. Vi risparmierò il prima e il dopo per delicatezza.
Ma questo non è stato l'unico cambiamento che questo 2013 ha portato nella mia vita.
E' stato un anno di crescita professionale. Un lungo tirocinio che ha consolidato in me delle certezze, ha scacciato via delle perplessità, regalandomi tante soddisfazioni.
Grazie al sostegno di persone capaci, ho creduto in me, ho dato valore alle mie capacità, mi sono spinta al di là di alcune paure, ho capito che dare voce alle proprie idee è una forma di rispetto verso noi stessi.
Ho imparato a fare le domande giuste, ad ascoltare le risposte. Ho capito che con l'esercizio e la buona volontà si ottiene la conoscenza e il saper fare. E in ultimo ho capito che fidarsi di se stessi è la prima cosa da fare quando non sai che fare. Credere in se stessi la seconda.
Riguardo alle persone attorno a me…beh, ho incontrato tante persone in questo 2013, alcune sono ancora al mio fianco, altre mi hanno voltato le spalle, ma sapete che c'è, non importa. Fa parte del gioco, alcune persone ti sfiorano soltanto, quello che conta è ciò che resta in noi di quel seppur minimo contatto.
Riguardo ai propositi su di te, caro 2013, se ti ricordi, non ne avevo espressi.
Non mi ero augurata nulla. Nulla di specifico, si intende.
Volevo essere sorpresa, nessun progetto per me, se non quello di viverti intensamente.
Così è stato, e nel bene e nel male ogni evento, ogni incontro, ha portato il suo contributo. Io lo leggo crescita, in qualunque caso.
Naturalmente, facebook a parte, i momenti più belli li rivivo nel cuore, nei ricordi e per questo, caro 2013 ti ringrazio, perché sei stato così come non ti avevo immaginato.
Sorprendente ed emozionante in ogni tuo aspetto.
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Buon anno!