Un Natale imperfetto!
Lorena lo senti? Senti che silenzio?
Sono andati via tutti! Oggi nulla da festeggiare. Hai pulito casa e puoi goderti un bel bicchiere di vino sola sul divano.
O mio Dio! Ma sentitemi! Sembro una vecchia pazza! Sembro la signora del piano di sotto che mi denuncia ogni giorno perchè respiro, perchè le turbo la quiete con la lavatrice, con i tacchi, con il rumore dell'esserci.
Beh. Si è vero! Spesso sono intollerante e ancor di più lo sono nei giorni di festa, che metà sono passati, e terremoto a parte ne usciamo quasi incolumi.
Si, questo Natale è stato un po' movimentato. Lo ricorderò, questo è sicuro.
Amore e odio. Come per molte cose. Ma irrinunciabile!
E pensare che c'è chi lo odia davvero. Chi davvero trova scomodo e inutile lo scambio dei regali, le riunioni familiari e tutto il resto.
Come dite? Ah si, sarei io quella. Beh, si, anche.
Voglio dire, spesso cambiamo idea e spesso alcune idee si fanno più chiare, con la luce giusta, e capiamo di tenere alle cose soprattutto quando queste non ci sono più o non sono più come erano un tempo e nel frattempo che le viviamo. odiandole, non pensiamo a quanto le rimpiangeremo.
Io ad esempio, non è che odi proprio il Natale, odio più il fatto che alle volte non è e non è stato come vorrei e avrei voluto.
Ma cosa davvero lo avrebbe reso perfetto se non quello che è stato?
Mi chiarisco meglio
Siamo sopraffatti molto spesso dall'idea di una perfezione che non esiste e dall'obbligo di fare in modo che tutto vada in un verso piuttosto che un altro, pena la sconfitta, il sentirsi depressi e l'incazzatura seguente.
Me ne sono accorta proprio negli ultimi tempi e in quest'ultimo Natale.
Mi è capitato di parlare con persone che reputano il Natale una festività fasulla.
Ok libertà assoluta. Sei ateo? Non vuoi festeggiare la nascita di Gesù, fai pure ma non provare a convincermi della tua idea con i tuoi bla bla bla scientifici e aridi di ipocrisia, perchè poi io ti vedo scambiarti i regali, comprarli frettolosamente e lo so che in fondo in fondo tu ci tieni più di me.
Ma ritorniamo al Natale, brutto idiota di cui sopra, con te ne riparliamo in altra sede!
Dicevo, ogni anno da 35 anni a questa parte per me il Natale è stato la ricerca del Natale perfetto, e non lo era mai. Tutti gli anni, l'idea che ne avevo io. si scontrava con i litigi tra i miei sul dove passarlo, e tra un "Dai tuoi no, tocca ai miei!"e "Io dai tuoi non vengo", una macchina carica di facce scontente partiva verso il Natale vincente. Ed era quasi sempre il Natale ad Agira, dai miei nonni paterni.
Da piccola stavo lì sul divano di mia nonna e mentre la stufa impuzziva i miei vestiti, tentavo di inseguire il "mio Natale" nei cartoni Disney che puntualmente erano intervallati dalle urla dei parenti e dal mio cercare di farli stare zitti.
Non ricordo i regali scartati a mezzanotte e atmosfere rilassate, ricordo solo che non vedevo l'ora finisse e poi non vedevo l'ora tornasse, tutti gli anni, sperando fosse diverso.
Quest'anno siamo rimasti a casa. Ad Agira non c'è più nessuno. Mio nonno ci ha lasciati prima di Natale e mia nonna ha trascorso il primo senza suo marito, da mia zia. in quel di Palermo.
Così questo Natale niente litigate su dove andare. Si è fatto da me, in una casa che non ha ricordi di alcun Natale passato.
E alla vigilia mi sono trovata con la mancanza di quelli passati anche se tanto odiati.
Quelli che sapevano di maccheroni di pasta fresca sparsi per tutta la casa.che non sapevi dove sederti e se li toccavi eri maledetta per tutti i Natali seguenti, quelli che puzzavano di stufe accese tutto il giorno per il troppo freddo e di tavole rumorosissime in cui non si riusciva a parlare di nulla perchè tutti parlavano di tutto.
Mi è mancato il mio Natale imperfetto. Che poi in realtà era perfetto. Si, perfetto perchè imperfetto.
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