Quando scegli quello sbagliato
Alcuni uomini sono come una scatola di cioccolatini...quando stai a dieta!
Sei tentata, ma consapevole di far danno.
Presa da un attimo di debolezza ti concedi quelle calorie in più. Ma poi scopri che, tra tutti, hai preso quello bello fuori e insulso dentro e, niente, la dieta è andata a puttane per quello sbagliato.
E ti ritrovi con quel gusto strano sul palato misto al cioccolato e al senso di colpa, per quell' eccesso di entusiasmo, per quel desiderio soddisfatto e insoddisfatto che ha messo in standby tutte le belle promesse che ti eri fatta:
"Non cadrò più in tentazione"
"Non lascerò più che siano le emozioni a gestire le mie azioni"
"Farò mente locale degli errori e dei cazzoni passati prima di buttarmi tra le braccia del prossimo bacio perugina"
Ma come si fa?
Quando si tratta di relazioni come si fa a mettere da parte la pancia e dare voce alla testa?
Sono fatta così non ho mai amato i calcoli, i ragionamenti sul giusto o sbagliato. Ho sempre odiato la matematica, trovando inutili le pianificazioni. Non sono capace di contare le mie azioni, tradurle in schemi predefiniti, in equazioni lineari. La testa va altrove e, ai numeri, ho preferito, sempre, la pancia, i battiti e tutto ciò che non è numerabile.
Per questo davanti al sesso opposto non do spazio ai pro e ai contro. Non scannerizzo i comportamenti e non analizzo al microscopio ogni detto o non detto. Mi lascio andare a quello che succede, mentre molti si soffermerebbero su ciò che al condizionale potrebbe essere,o peggio, su ciò che nel futuro succederà. A me non importa, quando sto bene con qualcuno lascio che le cose accadano senza pensarci e forse è lì che si nascondono le falle. Vorrei poter cambiare questo modus operandi. Ma non sarei io. Non potrei essere altrimenti. E alla fine è questo che mi frega. Mi fido troppo delle persone. Dei sorrisi, delle parole. Delle mie sensazioni. Purtroppo sono sempre in esubero rispetto ai fatti, così capita che mi ritrovo ad ingozzarmi di emozioni e a smaltire svariati mal di pancia e indigestioni di zuccheri aggiunti.
Ma non ho mai amato nemmeno le diete. Preferisco smaltire in palestra o scappare da quella cioccolata prima che si depositi come accumuli di grasso sui fianchi. O peggio ancora sul cuore.
Non sempre mi riesce, il più delle volte colleziono sconfitte travestite da cazzoni. Ma è così che va la vita, siamo donne nel perenne equilibrio precario tra la voglia di Nutella e i lunedì fatti di diete che non iniziano mai. Siamo così, con quel languorino che gli infiniti "Ambrogio" della nostra vita non soddisfano mai. Siamo alla ricerca di quell'ultimo Mon cherie che ci viene rubato sul più bello.
Siamo bambine che cercano il kinder con la sorpresa da collezionare. Ma finiamo sempre per collezionare cazzoni da montare e a cui non riusciamo a far combaciare i pezzi, perché non siamo certo dotate di capacità ingegneristiche. Noi prendiamo un uomo, lo smontiamo delle sue parti difettose, mettiamo insieme quello che ci piace di più e come, il dottor Frankenstein, ci innamoriamo delle nostre creature mostruose,perdendo di vista il fatto che non saranno mai reali. Perdendo di vista quell'unico fatto che a scriverlo si chiama uomo ideale, a leggerlo invece utopia.
"Non lascerò più che siano le emozioni a gestire le mie azioni"
"Farò mente locale degli errori e dei cazzoni passati prima di buttarmi tra le braccia del prossimo bacio perugina"
Ma come si fa?
Quando si tratta di relazioni come si fa a mettere da parte la pancia e dare voce alla testa?
Sono fatta così non ho mai amato i calcoli, i ragionamenti sul giusto o sbagliato. Ho sempre odiato la matematica, trovando inutili le pianificazioni. Non sono capace di contare le mie azioni, tradurle in schemi predefiniti, in equazioni lineari. La testa va altrove e, ai numeri, ho preferito, sempre, la pancia, i battiti e tutto ciò che non è numerabile.
Per questo davanti al sesso opposto non do spazio ai pro e ai contro. Non scannerizzo i comportamenti e non analizzo al microscopio ogni detto o non detto. Mi lascio andare a quello che succede, mentre molti si soffermerebbero su ciò che al condizionale potrebbe essere,o peggio, su ciò che nel futuro succederà. A me non importa, quando sto bene con qualcuno lascio che le cose accadano senza pensarci e forse è lì che si nascondono le falle. Vorrei poter cambiare questo modus operandi. Ma non sarei io. Non potrei essere altrimenti. E alla fine è questo che mi frega. Mi fido troppo delle persone. Dei sorrisi, delle parole. Delle mie sensazioni. Purtroppo sono sempre in esubero rispetto ai fatti, così capita che mi ritrovo ad ingozzarmi di emozioni e a smaltire svariati mal di pancia e indigestioni di zuccheri aggiunti.
Ma non ho mai amato nemmeno le diete. Preferisco smaltire in palestra o scappare da quella cioccolata prima che si depositi come accumuli di grasso sui fianchi. O peggio ancora sul cuore.
Non sempre mi riesce, il più delle volte colleziono sconfitte travestite da cazzoni. Ma è così che va la vita, siamo donne nel perenne equilibrio precario tra la voglia di Nutella e i lunedì fatti di diete che non iniziano mai. Siamo così, con quel languorino che gli infiniti "Ambrogio" della nostra vita non soddisfano mai. Siamo alla ricerca di quell'ultimo Mon cherie che ci viene rubato sul più bello.
Siamo bambine che cercano il kinder con la sorpresa da collezionare. Ma finiamo sempre per collezionare cazzoni da montare e a cui non riusciamo a far combaciare i pezzi, perché non siamo certo dotate di capacità ingegneristiche. Noi prendiamo un uomo, lo smontiamo delle sue parti difettose, mettiamo insieme quello che ci piace di più e come, il dottor Frankenstein, ci innamoriamo delle nostre creature mostruose,perdendo di vista il fatto che non saranno mai reali. Perdendo di vista quell'unico fatto che a scriverlo si chiama uomo ideale, a leggerlo invece utopia.
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